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Stagione 2 – Episodio 33: Occhi, bocca, lingua..in un mal di schiena

Questa storia parla di una ragazza che si presenta da me perchè vive uno stato di lombalgia e oltre a questo ha tensioni ai trapezi, il tutto aumentato da uno stato d’ansia. Durante le sedute scopriamo che la causa di quel dolore arriva da molto lontano…ma dove?

 

 

Leggi il testo completo per l’episodio:

Questa storia parla di una ragazza che si presenta da me perché vive uno stato di lombalgia, quindi con un dolore lombare ormai cronico e dopo che è stata trattata da un terapista si è risolta per il 70%. Ma naturalmente non l’ha mai messa nelle condizioni di sentirsi libera, tanto che se sta in piedi ferma per un pochino ha dolore; oltre a questo ha una tensione ai trapezi, quindi alle spalle aumentato da uno stato di ansia.

La prima seduta è veramente qualcosa di particolare perché emergono diversi punti emotivi, uno dei quali è stato il suo rapporto con la maestra di scuola, un rapporto difficile dove è stata perennemente svalutata; poi ha un secondo punto emotivo dove durante l’adolescenza si trova ad avere una mamma che non sta bene e soffre, una mamma che anziché prestare attenzione alla figlia deve occuparsi del suo stato di salute così lei vive una sorta di ingiustizia e abbandono da parte della sua mamma.

Questa sensazione si fa poi risentire all’età di 25 anni quando lei rimane incinta e rivive un po’ questo stato di paura e di tensione nel momento in cui ha paura di riviere ancora l’abbandono agli occhi della figlia.

Quindi da questi dati emotivi che fin da subito emergono le faccio fare un lavoro di scrittura, dove prendere consapevolezza di quello che è stato con la maestra in modo tale che ne traesse un insegnamento, di quello che ha voluto insegnarle l’esperienza della mamma che non stava bene e infine la sua esperienza di mamma nei confronti della figlia; dicendole poi di fare un lavoro molto bello di avvicinamento con la figlia.

Questo è molto interessante perché poi mi dirà nelle sedute successive che si sente molto più vicina alla figlia e c’è un rapporto molto più intimo come se fosse finalmente scattata empatia tra di loro.

Ma poi praticamente che cosa faccio?

Lavoro sulla cicatrice del cesareo perché contribuiva a darle una tensione sullo stato lombare e lavoro sul diaframma, perché lei come donna in carriera vive uno stato emotivo molto forte e sotto stress, ma capiremo più avanti il perché. Quindi il mio obiettivo è darle spazio sul diaframma attraverso la respirazione e dare spazio al corpo attraverso le fasce, lavorando sulla cicatrice del cesareo.

Una delle cose più belle che emerge dopo che ha fatto il primo passo emotivo sulla scuola, la mamma etc.. lavoriamo sulla sua quotidianità e lei mi dice: “Daniele per me la quotidianità è come una prigione, io cerco sempre la novità!” ed è tutta euforica quando mi dice questo, impazzisce ed è contenta, ma io le dico: “Si, va bene, cerchi la novità ma nel momento in cui la vivi sei contenta e nel momento in cui la perdi vai in una sorta di stato depressivo” e lei mi dice: “Si è vero”

Allora continuo: “Questo vuol dire che non sei in equilibrio, ma cerchi la novità perché li cerchi la gioia, ma che cosa c’è nel passato?”

Nel passato c’è che è stata etichettata dai genitori e ha vissuto il rifiuto, ovvero che lei cercava l’evasione, è stata etichettata e soppressa, metaforicamente parlando imprigionata e si è sentita rifiutata, non giusta e sbagliata. Quindi per evadere da questa situazione a livello inconscio ha cercato sempre la novità, quella che in uno stato di noia, in uno stato di normalità soffriva e lei a livello di inconscio è come se avesse detto: “Aspetta che cerco le novità cosi non mi annoio mai”.

Ma quando ha capito questo ha fatto un ulteriore passo avanti, è andata dalla sua mamma e ha fatto un lavoro di accettazione e le ha detto: “Cara mamma, caro papà io fondamentalmente non ho bisogno di essere accettata da voi, semplicemente ho capito quello che mi avete trasmesso ma io sono me stessa e desidero andare avanti con quello che ho nel cuore a prescindere da quello che pensate di me.”

Detto questo si sono aperte le porte veramente ad un gradino superiore, ma la svolta quando è avvenuta sul suo fisico? Quando mi sono accorto che la sua lombare, che già avevo trattato attraverso la manualità, era totalmente diversa nella parte destra rispetto alla parte sinistra. Ovvero, i tessuti dalla parte destra erano morbidi e disponibili, ma sulla parte sinistra tesi come un cavo d’acciaio.

Allora tratto la lombare che migliora, ma non del tutto; tratto la cervicale perché c’era stato un vecchio tamponamento, che migliora ma non del tutto…c’è qualcosa che mi sfugge.

Allora mi dico: “Oggi è il giorno giusto per andare a capire quel qualcosa in più!”

Che cosa faccio? Mi dimentico di quella lombare e faccio una domanda in più. Mi ricordo che 5 anni prima le era stato messo l’apparecchio per una seconda classe dentale, quel momento però è stato particolare perché ha avuto una forzatura e prigionia, metaforicamente parlando, imprigionando i denti (e questo la riportava al passato), in più un cambio di mansione lavorativa in cui è entrato in gioco il senso di responsabilità come in quel periodo in cui la mamma si era ammalata e si sentiva responsabile di dover gestire quella situazione, in più uno stress molto forte a livello lavorativo.

A questo punto, ecco la magia, ho lavorato per darle spazio sulle sue spalle e i suoi trapezi, giusto per dire al corpo: “Dai mollate, vi do una mano” ma avevo già capito che era l’effetto.

A quel punto ho lavorato sulla cervicale, ma ho unito una tensione molto alta alla mandibola che scappava sempre da un lato e agli occhi che scappavano sempre verso sinistra.

Mentre lavoravo la cervicale le dicevo dove tenere gli occhi in modo da evitare che andassero verso sinistra e richiamavo lo sguardo dove desideravo io, controllavo che la mandibola stesse nella posizione giusta e quindi ho messo in relazione occhi, mandibola, cervicale.

Ma sapete la cosa bella? Che anche la lingua scappava con la mandibola perché la riportava da bambina quando lei per fuggire a delle dinamiche famigliari guardava verso sinistra, buttava fuori la lingua etc…

A quel punto le faccio fare questo lavoro e lei va in crisi e prova vergogna perché si ricorda da bambina, lei scappava mettendo la lingua fuori e girando gli occhi verso sinistra, ma quando le ho impedito di fare questo per un po’ è andata nel disagio per poi superare questo momento e provare sollievo.

Ma il fine di tutto questo qual è?

Il fine è che io ho ritestato la sua parte lombare e quando ho testato la sua parte lombare è successo il miracolo, ovvero, la parte sinistra che prima era tesa e la parte destra che prima era morbida adesso hanno trovato un equilibrio meraviglioso dove lei mi dice: “Mi sento liberissima e la mia schiena è liberissima”

Poi passa un mese, un mese e mezzo, la rivedo e mi dice: “Daniele, sono successe cose, la mia lombare non mi da più fastidio e non mi è mai successo di avere un periodo così e la cervicale è decisamente meglio, non è risolta ma è migliorata tantissimo”

Quindi pensate che bella relazione il corpo, le emozioni e la consapevolezza, perché star bene è un  puzzle davvero misterioso ma tanto affascinante.

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