Sudare da fermi sembra qualcosa di davvero incredibile.
Questa è la storia di un ragazzo di 27 anni, Lorenzo, calciatore che viene da me per un dolore lombare.
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Sudare da fermi sembra qualcosa di davvero incredibile.
Questa è la storia di un ragazzo di 27 anni, Lorenzo, calciatore che viene da me per un dolore lombare.
Diciamo che all’anamnesi quando lo vedo per la prima volta emerge una distorsione importante ad una caviglia nel 2022 e il fatto che digrigna i denti di notte e che si sveglia con la mandibola tesa perché stringe i denti. Ha qualche disagio a livello di intestino ma già sta seguendo un percorso e non ha tanto da riferire.
Lui ha 27 anni e pensate che quel mal di schiena inizia all’età di 16 anni con un dolore talmente forte da rimanere bloccato a letto e da quel giorno fino ad oggi, cioè 11 anni dopo, il dolore è altalenante, o meglio, ne ha provate di tutte e ha trovato sollievo ma mi dice una frase che mi fa pensare tanto. La frase è: “O faccio stretching o ho dolore”, questo vuol dire che si senti limitato e schiavo dello stretching, perché se non lo fa sente dolore.
A questo punto lui si fa trattare e migliora, migliora anche l’alimentazione e quindi il gonfiore all’intestino si riduce e anche il mal di schiena si riduce, ma ha pochissimo beneficio.
In questi anni continua ad avere distorsioni alle caviglie, recidiva soprattutto alla caviglia destra.
Quando gli chiedo: “Ma che dolore hai Lorenzo da 0 a 10 alla lombare ogni giorno?” e lui mi dice: “ho un dolore fisso che in una scala da 0 a 10 sento sempre da 5 minimo fino a 8 massimo”; quindi mediamente lui ha un dolore che va da 5 a 8 e in più questo digrignare alla notte e svegliarsi alla mattina con tensioni alla mandibola complica un po’ le cose.
Ma come stiamo risolvendo questo caso?
Come da un dolore medio di 5/8 siamo arrivati ad un dolore di 1 e si sta andando verso la risoluzione totale.
Abbiamo lavorato subito sul digrignare, perché questo lo riportava all’età di 15 anni, (quindi un anno prima del forte dolore alla lombare) quando successe che il papà andò in contro a un grande fallimento. Lui come ragazzino voleva in qualche modo aiutare il papà ma non era in grado di farlo e inconsciamente si è caricato di un grande senso di responsabilità che ha poi riversato nella sua vita e nel suo lavoro. Era come se dovesse sempre lavorare per due persone, cioè per lui e soddisfare la sua vita e per riempire quel vuoto del fallimento che aveva creato il papà e che lui da ragazzino voleva colmare.
Quindi ha scritto tanto, perché la scrittura come dico sempre, unire le parole alle mani è magia e la scrittura lo ha portato verso una consapevolezza più alta e lo ha portato ad avere piena consapevolezza di quello che ha fatto, di quanto si è caricato di un peso e gli ha permesso di andare a parlare con il papà per chiarire questo disagio così vecchio di 10 anni prima.
Ma la cosa interessante è che il mal di schiena è nato un anno dopo.
Poi fatto questo, abbiamo lavorato sul diaframma perché, come sapete, è un cardine molto importante. Il diaframma, attraverso la respirazione ha potuto liberarsi di quello stato di tensione che tratteneva da anni.
Gli ho trattato inizialmente la lombare che era rigida e tesa come un palo di cemento, non perché sapevo che era li la causa, ma semplicemente per alleviare un pò quel senso di tensione.
Quindi li era l’effetto, li era l’anello finale di tutta la catena e poi ho iniziato a trattare la caviglia.
Inizialmente le prime due o tre sedute il risultato è stato scarso, ovvero c’era il risultato ma poi regrediva e i veri cambiamenti sono iniziati dalla quarta seduta dove ho iniziato a lavorare bene quella caviglia che è andata in contro a distorsione, che l’ha riportato a cambiamenti della vita repentini.
Ho lavorato sul bacino che era andato in tensione per un appoggio non positivo e ho iniziato a lavorare la gamba destra che continuamente si era difesa e si era un po’ flessa, piegata si sé stessa dal peso e dalle responsabilità.
Ma durante il nostro percorso, intorno alla quarta seduta succede un infortunio alla mano che lo obbliga a stare a casa. Questo lo riporta al precedente, al suo passato e naturalmente anche il mal di schiena si fa sentire obbligandolo a stare fermo.
Quando lo rivedo a distanza di due o tre mesi dall’ultima seduta, la cosa bella è che lo capisco e lo vedo con altri occhi e vado a lavorare su quello che è il bacino e continuo il lavoro sul bacino, la gamba destra e la caviglia, aggiungendo una parte che è il collo.
Appena tratto il collo lui mi dice: “Ho la sensazione di resistere”, non si lascia andare; così io gli chiedo: “A che cosa?” e lui respira, respira, respira…poi dice: “Resisto al fallimento di mio padre, ancora”, tanto che lui capisce che non ha ancora accettato il fallimento e io gli dico: “Lascia andare!”
In più quando gli dico di girare la testa verso destra verso destra lui lo fa liberamente, mentre quando gli dico di ruotarla verso sinistra lui non può farlo e gli parte un fastidio alla lombare.
Questa impossibilità di ruotare la testa verso sinistra lo riporta ad un evento molto forte, ovvero la perdita di un amico molto caro che per lui era come un secondo papà, perché quando si è giurato verso sinistra lo ha associato ad una perdita di un amico.
Quando ha capito questo, un altro anello tolto dalla catena.
Quindi ricapitolando: fallimento del papà, resistenza, perdita di un amico che era come un papà in più questa lombare che impazzisce.
Gli faccio fare un esercizio, gli dico: “Accovacciati sulle gambe” e dopo 10/15 secondi che lui è in questa posizione ferma e di una banalità assurda lui inizia a sudare tantissimo, si alza e si mette la mando davanti alla faccia e mi dice: “Ma come è possibile? Sono sportivo e in formissima e sto sudando, grondando con gocce che cadono per terra”.
Allora gli dico: “Ho capito tutto!”
A quel punto lo metto in postura, lo faccio respirare, gli chiedo di stare con il collo in una determinata posizione e io mi metto a lavorare su quella caviglia e su quella gamba come non avevo mai fatto. Arriva una tensione folle, folle, folle fino a che lui ad un certo punto lui non sente più quel fastidio lombare. Quindi la schiena sta bene ma la gamba soffre, il piede soffre e continuiamo il lavoro fino a quando non scompare questa tensione.
A quel punto lo rivedo nella quinta seduta, gli faccio fare di nuovo il test in accosciata chiedendogli di andare giù sulle gambe e lui non suda più.
Si meraviglia perché il suo corpo non deve più chiedere aiuto a tutto il corpo per la schiena; fondamentalmente quella schiena prima era vittima di un sistema che non ce la faceva più e tirava la carretta per tutto quanto.
Ora che abbiamo liberato il collo, che abbiamo dato spazio al diaframma, che abbiamo lavorato su quella resistenza, liberato la gamba e la caviglia, finalmente la schiena ha avuto gli aiutanti a suo favore e ha smesso di faticare.
Ecco allora che ha smesso di sudare da fermo.