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Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 2 – Episodio 28: Donna guerriera

Questa è una storia davvero particolare che parte da un dolore all’intestino, al fianco, alla coscia, al sedere e alla lombare destra e problemi di acufeni all’orecchio destro.
Una storia che parla di grandi svalutazioni e del non sentirsi mai “arrivata”, con quella sensazione di essere sempre in ritardo con la sensazione di non fare mai la cosa giusta.
Ed è attraverso l’unione delle parole alle mani e all’utilizzo di Codice 32 abbinato alla respirazione che abbiamo lavorato per riportare la giusta armonia

 

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

Una donna di 50 anni, una storia che ha poco di meccanico perché parte da dolore all’intestino, a tutto il fianco, la coscia, il sedere e la lombare destra.

Tutto questo unito al serrare i denti di notte che comporta un acufene all’orecchio destro.

Sembra un caso frequente, invece non nasconde niente di traumatico se non una vita travagliata, perché questa donna di 50 anni ha vissuto diversi eventi che parlano di umiliazione. Per esempio quando da bambina la mamma le ha detto di mettere una gonna e lei si è sentita umiliata, un maschietto e si vergogna. Poi in seguito la stessa vergogna che ha vissuto con la madre la vive anche con i compagni di scuola, quindi a 8 anni con la madre e si ripete poi a 14 anni a scuola. Viene poi lasciata da un ragazzo e vive una umiliazione, una svalutazione che non la fa mai sentire negli anni successivi all’altezza.

Si sente sempre in colpa per le scelte che fa, è sempre controversa tra ciò che fa e quello che dovrebbe fare, tra ciò che vorrebbe e quello che fa; è sempre di corsa, rincorre continuamente e non si sente mai arrivata, si sente sempre in ritardo.

Tutto sfocia poi nella gravidanza quando lei ha la paura di non essere una buona madre.

È una storia veramente incasinata, ma facciamo un po’ di ordine:

  • a 8 anni si sente umiliata e ha vergogna per un episodio di una gonna della mamma
  • a 14 anni vive una umiliazione dei compagni a scuola
  • a 21 anni viene svalutata da un ragazzo
  • a 26 svalutata sul lavoro
  • a 27 anni ha una gravidanza e non si sente pronta per essere madre
  • a 33 ha un’altra gravidanza dove parla di placenta previa, problemi di intestino e si vergogna. Vive una grande umiliazione e vergogna di fronte ai medici e li si sente non compresa perché si è sentita dire che non era una buona madre perché non riusciva a tenere in braccio la figlia. Ma lei quando mi racconta questo aveva le lacrime agli occhi e mi dice: “Io non riuscivo a tenere in braccio mia figlia perché avevo un dolore alla pancia che non resistevo e mi dava fastidio anche il solo peso della camicia da notte”. Quando me lo dice con le lacrime agli occhi io capisco questa madre dolce, meravigliosa, vivo e vibro le parole che le sono state dette e quindi invito i medici delle volte ad usare l’empatia perché fanno un lavoro davvero prezioso e le loro parole possono curare ancor prima di metterci le mani.
  • A 47 vive l’alzheimer della mamma che non accetta
  • A 49 una infezione alla pelvi e viene da me perché vuole risolvere questo dolore. Mi dice che sta avendo una alimentazione molto, molto serrata perché non mangia glutine, latticini perché nel momento in cui sgarra sta male e soffre. Allora non si spiega perché una infezione pelvica e non si spiega il perché da quell’infezione poi ha iniziato a stare male, a gonfiarsi la pancia, ad avere mal di stomaco e questo dolore è un casino all’intestino.

Una volta scomparso questo compare l’acufene per poi comparire ancora il mal di pancia.

Una storia veramente assurda!

Mettiamo un po’ di chiarezza, è bella questa storia e che cosa faccio a partire dalla prima seduta?

Nella prima seduta inizio a trattarle il diaframma e la cicatrice del cesareo insieme alla cervicale perché voglio che il suo sistema parasimpatico, quindi: vago, cervicale e il diaframma lavorino bene e in modo armonico e quella cicatrice sul cesareo è ancora reattiva in modo forte. Poi concludo la prima seduta dicendole di amare il confronto, perché è proprio attraverso il confronto che lei accetta sé stessa. Deve trovare una soluzione, valorizzarsi e non fuggire.

Nella seconda seduta continuo a lavorare la cicatrice del cesareo, continuo sul diaframma e la educo in queste fasi ad una particolare respirazione che parla di energia, presenza e di visualizzazione.

A quel punto continuo a dirle di amare il confronto e lei mi dice che lo ha fatto e che ha avuto casualmente una cena con i compagni di scuola dove lei è andata a cercarsi il confronto a tavola con gli altri e mi dice che le viene in mente quando è stata fortemente umiliata da bambina per i capelli corti.  Ma andiamo avanti perché ti racconto cose veramente belle.

Circa 15 giorni dopo la rivedo e le continuo a lavorare il diaframma, la cervicale, il respiro e la consapevolezza e lei mi dice che ha vissuto un grande distacco con la mamma.

Ha avuto una rabbia sul lavoro talmente forte a 37 anni, circa 10/15 anni fa che l’ha mandata in svalutazione.

Quindi mano a mano che facciamo un lavoro le faccio scrivere tutte queste cose in modo che si lasci alle spalle questo vissuto così traumatico.

Ma il bello viene in una seduta quando emerge che lei è sempre di corsa e vive nel sentito delle occasioni perse: “Avrei fatto”, “avrei dovuto” etc.. e questo la porta ad un dialogo di svalutazione in cui non si sente mai all’altezza, mai in tempo, sempre tardi.

Questo dialogo sballa alcuni organi, tra i quali la tiroide da un punto di vista energetico e sballa anche le ovaie perché la riporta a 21 anni quando con il moroso che amava tantissimo ma a un certo punto ha deciso di lasciarlo e quando lo lascia la madre la obbliga a tornare con lui e quando la obbliga e lei non vuole, torna con lui e praticamente da quel momento fa di tutto per farsi lasciare e lo fa attraverso il tradimento.

Ma che cosa succede? Dopo il dialogo fatto insieme lei ha compreso che da quel momento in avanti lei ha iniziato a non sentirsi più bene con sé stessa, a sentirsi sporca nel tradimento e ingiusta per non aver fatto la cosa giusta.

Ecco che allora le ho detto di cambiare comportamento, di andare dalla mamma e di fare pace con lei, buttare via quella rabbia e andare da quel ragazzo e dirgli che lei non avrebbe mai voluto ferirlo.

Le ho detto di cambiare comportamento e di smettere di procrastinare…parola d’ordine FARE.

Lei mi dice: “Ho la pelle d’oca Daniele perché due giorni fa mi ha scritto su facebook questo ragazzo e mi ha chiesto se accettavo l’amicizia e tu mi parli di una cosa che nessuno mai poteva sapere e questo mi fa pensare”

Ma che cosa dirti, che cosa c’entra tutto questo con il dolore all’intestino?

Centra perché questo dolore all’intestino era una schifezza che lei viveva continuamente nei confronti di sé stessa, è un sistema nervoso in tilt perché doveva far fronte a questa sensazione di essere sempre in ritardo. Questa cicatrice al cesareo che creava aderenze, un diaframma in tilt a causa di un sistema nervoso alterato, sovraccarico e una cervicale che grazie ad un lavoro fatto attraverso le mie mani, le parole e l’utilizzo di Codice 32 insieme alla respirazione consapevole, diaframmatica e nel suo caso anche la respirazione energetica siamo riusciti a ridurre questo disagio in misura molto importante.

Qualcosa di incredibile perché quella emozione che lei ha scoperto, ha completamente ribaltato quello che era il suo modo di vedersi allo specchio e questa lezione, la seduta con questa donna mi ha insegnato l’entusiasmo, mi ha insegnato la voglia di ricercare la causa e mi ha ricordato che per andarla a ricercare occorrono gli occhi frizzanti, una energia brillante, tanta voglia di mettersi in discussione, occorre la voglia di piangere e di ridere allo stesso momento. Occorre la voglia di guardare la soluzione, occorre disciplina perché lei non ha mai sgarrato nel cibo, occorre andare a trovare il coraggio di parlare con chi lungo la strada ha lasciato delle lacune.

È qualcosa di stupendo e dedico questa storia a tutte le persone che hanno un dolore all’intestino, a una donna che si è svalutata, a una donna che non ha messo davanti sé stessa ma ha fatto parlare la voce di qualcun altro, in questo caso la madre.

Invito le donne ad essere forti, a valutarsi e a darsi valore, rispettarsi e amarsi perché voi donne siete la cosa più preziosa di questo mondo.

Statemi bene!

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