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Stagione 2 – Episodio 16: Intestino che frena i sogni di un ragazzino

 

Ti racconto la storia di un ragazzino giovane di 12/13 anni che ama il calcio. Lo ama talmente tanto che il suo desiderio è quello di emergere e di diventare un campione del calcio, però viene in studio con la mamma e mi dice che si sente goffo, corre con le spalle in avanti e soprattutto corre sbilanciato in avanti.
Ma alcune sedute nelle quali siamo andati a lavorare su postura, intestino e apparato deglutitorio il risultato è stato sorprendente.

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

Ti racconto la storia di un ragazzino giovane di 12/13 anni che ama il calcio. Lo ama talmente tanto che il suo desiderio è quello di emergere e di diventare un campione del calcio, però viene in studio con la mamma e mi dice che si sente goffo, corre con le spalle in avanti e soprattutto corre sbilanciato in avanti.

Questo gli provoca dolori alla schiena anche dovuti ad alcune distorsioni di caviglie che ha preso ed è un po’ fastidioso, perché ha 13 anni e vuole diventare un campione, chi non lo vorrebbe essere alla sua età?

Poi ha mal di schiena, ha tanta rigidità, è seguito da coach…insomma, ha alcune difficoltà.

Allora che cosa faccio con lui?

Intanto inizio una analisi posturale e noto che lui si difende, noto anche che la sua pelle del viso non è liscia e perfetta come quella di un ragazzino, ma ha qualche brufoletto. Questo è indice di un disagio a livello di intestino, perché l’intestino fa emergere qualche brufoletto a livello del viso soprattutto in punti particolari, come ad esempio ai lati della bocca oppure sopra a livello della fronte.

Noto una grande rigidità, fa fatica quasi a piegarsi in avanti e superare le ginocchia, una roba incredibile.

Allora gli tratto il muscolo ileopsoas e mi si presenta sotto le mani una rigidità e durezza veramente molto importante.

Una volta che lo tratto e lui si libera da questo peso, lui si alza in piedi e mi dice che si sente decisamente più lungo, una postura meno sbilanciata in avanti soprattutto con la testa.

Immaginatevi che lui da in piedi visto da di fianco era sbilanciato tendenzialmente in avanti con una testa molto più avanti rispetto al corpo.

Allora capisco che la strada è buona, tratto tutto il decorso del muscolo ileopsoas, vado a lavorare sul bacino e poi lavoro sul diaframma. Questo è molto importante perché voglio andare a fare lavorare quella zona della schiena che non lavora e mettere in pace quella schiena che si sta caricando di questo peso, ovvero tutto il dorso.

Una volta fatto questo lo faccio alzare in piedi di nuovo e lui mi dice: “mi sento ancora più lungo”

Questo ragazzino di 12/13 anni è alto più di me, sarà alto 1.85 m e si sente ancora più lungo e aperto sul petto.

Questo è bellissimo, perché prima mi ha detto che era chiuso con le spalle ed era goffo e adesso mi dice che è aperto con il petto….WOW!

A quel punto si sente anche le gambe allungate e andiamo a lavorare tutto l’asse del diaframma, dell’intestino e della lingua, quindi diciamo l’apparato deglutitorio. Questo è molto importante perché lui da bambino Subisce un intervento per una labiopalatoschisi, quindi un intervento tra labbro e palato e quando gli tratto la cicatrice del labbo e gli chiedo di fare degli esercizi in postura corretta per la lingua. A quel punto quello, unito al lavoro sull’intestino togliendo anche alcuni alimenti che sono tossici per lui soprattutto adesso che è in fase di crescita e si allena e dopo aver lavorato anche sul diaframma, lui si alza e mi dice: “MI sento più aperto sul petto, mi sento più lungo”; in più prima piegandosi in avanti arrivava alle ginocchia, dopo è arrivato a circa 18-20 cm da terra…un ottimo risultato, anche perché questo è il risultato dopo poche sedute insieme.

Ma dopo poche sedute lui anche oggi dopo gli allenamenti non ha dolori lombari a fine allenamento ed ecco che il suo obiettivo, il suo desiderio e la sua voglia di essere un campione prima era sporcato da un dolore fisico, mentre oggi le cose vanno decisamente meglio.

É una storiella che mi è piaciuta tanto e mi piace, sto lavorando con lui tutt’ora perché è un ragazzo curioso e tosto, a volte con dei tratti difficili perché è un ragazzino ma sa quello che vuole.

È un ragazzino che difficilmente si lascia comandare, ha dei genitori che lo amano, lo stimano e desiderano che lui possa raggiungere il suo obiettivo nel migliore dei modi.

Ma il colpo di scena qual è stato?

Perché questo ragazzino ha iniziato a lavorare con me?

Lui è stato portato in studio da me dai suoi genitori e continua a lavorare con me perché il papà la prima volta che l’ho visto l’ho enormemente provocato e gli ho detto che era lui la causa di un ragazzino così fragile.

Si è commosso per questa frase, ha accettato la mia provocazione e da quel momento è nata una grande intesa tra lui e il figlio, sono migliorati i rapporti e si sta creando un’ottima armonia anche in famiglia, perché ho voluto stuzzicare un po’ il papà perché era come se volesse qualcosa di più per il figlio, ma il freno era lui stesso.

Così l’ho provocato e lui ha accettato, il figlio ha capito e si è sentito compreso. Ed ecco che sta nascendo una magia.

Io ci credo, credo in questo ragazzo e credo nel suo papà e nella sua mamma, che si stanno mettendo in gioco con tutti gli strumenti che hanno a disposizione e desiderano per il proprio ragazzo il meglio.

Quindi… via i dolori e avanti con i successi e desideri.

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