Daniele Gallerani Podcast

Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 1 – Episodio 12: Bye Bye Rabbia

 

Esistono delle storie che vanno fuori da ogni regola. Sono imprevedibili e nascono come alberi dalla roccia. Sembrano impossibili, rare ma ti garantisco che questa storia ne è un esempio. Parla di Rossella, ragazza di 35 anni che rimane incastrata in un’emozione dalla quale non ne sa uscire, le sta cambiando la vita in peggio e la fa incazzare di brutto.. E’ disperata.. NE VUOLE USCIRE !!!

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

BYE BYE RABBIA Esistono delle storie che vanno fuori da ogni regola. Sono imprevedibili e nascono come alberi dalla roccia. Sembrano impossibili, rare ma ti garantisco che questa storia ne è un esempio. Parla di Rossella, ragazza di 35 anni che rimane incastrata in un’emozione dalla quale non ne sa uscire, le sta cambiando la vita in peggio e la fa incazzare di brutto.. E’ disperata.. NE VUOLE USCIRE !!! Possiamo dire che non rientra sicuramente nelle dinamiche classiche di un posturologo o di un’osteopata ma essendo venuta da me un paio di anni prima, per altri disagi e sapendo già come lavoro, decide di tornare. Come due anni prima, pensava che attraverso la respirazione potessimo liberare queste emozioni trattenute e così dolorose. “Ma perché sei qui” le chiedo e lei “perché ho subito un grande lutto” e continua.. Una mia amica, una ragazza di circa 35 anni all’improvviso si è spenta ed è venuta a mancare in una frazione di secondo. “Devi tirarmi fuori da questa situazione, aiutami perché sento una rabbia pazzesca. Ero in macchina con il mio moroso e dal gran nervoso che avevo perché lui continuava a lamentarsi del traffico, delle situazioni, di quello che va piano, quello che va veloce e bla bla bla…e dopo un’ora di lamentele non ce la facevo più e gli ho dato un cazzotto. Eravamo fermi per fortuna” e poi continua dicendo che il moroso incredulo le ha chiesto: “ma sei pazza ???? l’hai fatto davvero?…. Si l’ho fatto”.  … CON GLI OCCHI FUORI DI TESTA.. COME UNA PAZZA!! Poi continua: “ Daniele, ho una rabbia che quasi mi spaventa. Ti prego dammi una mano, dammi una mano” Così io le dico “Va bene Rossella, partiamo da lì e poi che cosa c’è?” “Mi sento abbandonata ed è ingiusta questa vita. Quasi non mi sento in diritto di vivere Daniele” Usa parole molto forti e continua “sono molto amica di questa ragazza che è morta di una cosa per la quale io stessa ho rischiato la vita. Parliamo di un aneurisma cerebrale. Questa ragazza mi ha fatto da specchio e mi sono chiesta perché lei non ce l’ha fatta e io invece sono ancora qui. Perché, con che diritto io sono qui. Cos’è questo mondo ingiusto?” Quindi Rossella si sente profondamente abbandonata, vive un grande senso di ingiustizia e una rabbia da far paura. Queste sono solo le premesse.. che abbia inizio questo racconto incredibile. Tutto comincia con un dialogo che sfocia comunque sempre nella respirazione, perché è attraverso la respirazione che lei ha modo di lasciare fluire tutte queste emozioni che si vanno a depositare nel plesso solare, proprio al centro del corpo dove c’è il muscolo diaframma, il massimo esponente delle emozioni nel nostro corpo. Il modo in cui procede questa storia è veramente pazzesco. Come prima cosa le dico “tu hai una forte rabbia Rossella, quindi iniziamo dal punto più facile. Vorrei che togliessi tutto quello che va a scatenare irritazione nel tuo corpo, quindi elimina alimenti come il caffè che ti irrita e ti eccita, lo zucchero, il cioccolato e altri alimenti, poi per circa venti giorni adotta un regime alimentare alcalino, antiossidante. È curiosa questa cosa, perché un corpo quando è intossicato sia dal punto di vista alimentare che metaforicamente parlando anche dalle emozioni va verso l’ossidazione, si ossida. Adottando una dieta alcalina il corpo si pulisce e si disinfiamma.. è un rimedio  anti ossidante, anti vecchiaia…anti age, come va tanto di moda dire” Allora iniziamo proprio da li, dalla rabbia e abbassiamo questo aspetto.  “Ma perché sei così arrabbiata?” “Non lo so, non lo so, non lo so” Allora, a quel punto le ho detto “tranquilla, respira e continua a respirare, continua a respirare e a respirare” e attraverso la respirazione emerge un dato assurdo.  All’improvviso a Rossella passa davanti agli occhi un’ immagine favolosa: “Pazzesco, mi sento abbandonata. Sento che qualcosa ha portato via la mia amica, ma ci tenevo, ci tenevo davvero” e le scappa quasi da piangere, non riesce a trattenersi. “Mi hanno portato via una cosa e non è giusto!” e soffre, si incazza e continua così per un bel po’. Dentro di lei soffre per la perdita della sua amica e poi con il respiro, attraverso anche qualche lacrimuccia dice “Daniele, ahhhh mi è venuta in mente una cosa clamorosa. Ricordo che quando avevo sei anni avevo quattro gatti in casa che amavo molto. Tutt’ora amo gli animali e ho sempre gatti intorno a casa, gatti trovatelli che scappano e vengono da me e io li tengo. Non ne ho mai comprato uno, ma mi trovo sempre animali che mi arrivano a casa e non si sa perché.” Allora le dico “Bene, andiamo avanti, raccontami cosa è successo” “Ero bambina avevo sei anni e mi ricordo benissimo che ero andata a scuola e quando sono tornata a casa non vedevo l’ora di vedere i miei gatti. In particolare me ne piaceva uno tutto rosso che era bellissimo. Bè, quel giorno sono corsa a casa e ho visto che mancavano due gatti, di cui uno era quello rosso che adoravo. Allora mi sono arrabbiata con la mamma: dove sono i gatti mamma, dove sono? Non c’erano più.” La mamma in quel momento ha trovato scuse e le ha detto che non c’erano più. Ma la piccola Rossella di sei anni ha percepito che la mamma non aveva detto la verità e quindi ha iniziato a fantasticare dicendo che lei li aveva uccisi, che erano morti e che qualcuno le aveva portato via ingiustamente qualcosa che lei amava, senza permesso. Ti ricorda qualcosa? Il portar via quel gatto a sei anni è uguale a portare via quella amica a 35 anni. È inaudito , questa rabbia che si è accumulata negli anni era tutta basata sul “portar via senza permesso” tanto che le ho detto scherzando: “Rossella tu sei il caso classico di quella persona al supermercato che è in fila e se nel momento in cui sta pagando la commessa senza darti nessuna spiegazione si gira dall’altra parte trascurandoti e portandoti via l’attenzione, non vai più in quel supermercato” A quel punto lei ride e mi dice “Daniele è proprio così, pensa che ieri sono andata in un supermercato e non ci tornerò mai più perché mi è successo quello che hai detto”. “Rossella hai capito? Certo che tornerai in quel supermercato, perché ora hai compreso” La bambina di sei anni era una bambina che si diceva: “ho ragione, ho ragione io…non devi ammazzare quel gatto. Mi devi dire la verità” Sono passati 30 anni dove lei non ha mai saputo la verità e con la sua mamma ha una rabbia molto forte, perché oltre a questo fatto insieme al papà l’ha educata nel giudizio. Giudicavano sempre gli altri e l’hanno sempre fatta sentire “sotto giudizio” Così le ho detto: “Rossella, hai dei compiti, Ci stai?” e lei mi dice: “si” “Prima di dirti cosa fare, però devo chiederti una cosa: come ti senti?” La risposta è stata: “Bene! Sono entrata che avevo rabbia, no anzi ero proprio incazzata nera. Mi sentivo giudicata da tutte le persone e ho giudicato una mia amica perché al funerale non è venuta” E le dico: “ Brava, tu l’hai giudicata ma devi farti gli affari tuoi. Apri un dialogo con questa tua amica, dalle la tua visione ma non giudicarla. Poi mi hai detto che ti sentivi sola e adesso?” “No, adesso mi sento meglio e non mi sento neanche abbandonata, perché mi hai fatto capire delle cose” “E la rabbia, che avresti picchiato il tuo moroso?” “no no no, proprio adesso mi sento bene!” poi continua: “Ma Daniele quali sono gli esercizi?” “Allora intanto Rossella ti dico di cambiare dialogo e di iniziare a fare come quando sei sul lavoro. Tu sei una grande disegnatrice, fai cose sbalorditive e sei valutata come una grande professionista e tu sai di valere, allora inizia ad avere un dialogo positivo con te stessa. Non dirti più “non sono capace” ma “certo lo faccio senza problemi”. Poi inizia a non giudicare più, smetti di giudicare le persone come hai fatto con la tua amica; anzi vai da lei fai un passo indietro e le dici: ti chiedo scusa se ti ho giudicata, io non mi sono messa nei tuoi panni, non ho indossato le tue scarpe e quindi ti chiedo scusa. Però se posso ti vorrei dire quello che io ho sentito.  In questo modo passi dal sentirti giudicata all’invitare gli altri a non giudicare. Sii la più grande guida del non giudizio. Il mondo ha bisogno di persone come te. Poi scrivi tutto quello che è stata l’educazione dei tuoi genitori e i loro credo. Scrivili su un foglio di carta e liberatene, perché quell’educazione così giudiziosa non è tua e poi una volta scritta gettala nell’acqua. Fatto questo vai dal tuo papà e dalla tua mamma e di loro che li hai capiti e inizia a fare ciò che senti buono fare e non quello che ti hanno detto di fare.  Poi è pazzesco, hai capito l’abbandono e la rabbia che hai vissuto perché ti hanno portato via una amica! Ma nessuno ti ha portato via nulla, lei ha il suo karma e la sua vita, lei è andata per la sua strada. Fai una lettera alla tua amica e raccontale tutto ciò, dille che hai capito dille che la porti nel cuore e che lei è libera di andare verso la luce. Poi naturalmente fai la più grande cosa che potessi mai fare in vita tua, vai dalla tua mamma e dille che l’hai capita quel giorno quando avevi sei anni. Lei ha voluto proteggerti da una grande verità, ma purtroppo non ha trovato la soluzione alla quale tu hai creduto. Quindi dille: Mamma io ti chiedo una cosa, ti chiedo di dirmi la verità perché è trent’anni che mi porto dentro questa cosa e ora voglio sapere la verità. Non preoccuparti, non ti giudico, hai fatto la cosa migliore in quel momento ma io ne soffro ancora” Appena ho finito di dirle questo lei subito risponde: “Daniele, lo faccio adesso e non ci crederai ma proprio adesso, appena esco dal tuo studio devo andare dalla mia mamma che non vedo da un po’ perché abitiamo distanti” La morale di questa storia è che nulla accade per caso. In un post ho scritto “questo è uguale a quello”, ciò vuol dire che lei nel presente si è sentita portare via un’ amica ma questo accaduto nel presente, riconduce a quello che è l’episodio che è successo da bambina quando le hanno portato via i gattini che lei voleva, in particolare il suo preferito quello rosso. Ed è stata la mamma, quindi lei aveva una profonda rabbia nei confronti della mamma, che poi ha trasferito contro tutti quelli che nella vita le hanno portato via qualcosa. Oggi tocca a lei decidere di non farsi portare via nulla, di essere molto chiara con le persone e nel caso qualcuno trasgredisca alle regole deve avere il coraggio di tagliarlo fuori dalle sue amicizie. Lei da oggi in poi si avvicinerà alla mamma e le sarà sempre più vicina, è sempre più vicina ai gatti per i quali può anche perdere l’istinto di averne così tanti perché finalmente ha dato pace a quella bambina così sofferente e finalmente aiuterà la sua amica ad andare verso la luce e a trovare pace per questa morte che è avvenuta così presto. Questa è una storia che amo tantissimo e mi emoziono anche a raccontarla perché mi ha dato brividi di gioia. Una ragazza fantastica Rossella, aperta, disponibile, eclettica, creativa e meravigliosa che merita tutto il bene e merita di migliorare questo mondo perché il mondo ha bisogno di persone come lei. L’ INSEGNAMENTO DI QUESTA STORIA E’ SEMPLICE Proteggi cose e persone che ami, costi quel che costi. Lei era una bambina che si è vista portar via un gatto ingiustamente e in quel momento non aveva gli strumenti per dirlo alla mamma. Oggi l’ha compreso e sta a lei proteggere sé stessa, cose e persone che ama. Il presente è l’ologramma del passato. In questo caso lei era arrabbiata con la vita fino a quando ha compreso che era arrabbiata con la mamma e così ha ritrovato l’amore per la vita. La rabbia è la scintilla che accende il fuoco dell’amore. Rossella ha sfruttato la prepotenza della rabbia per andare verso l’amore… bye bye rabbia.. ha raggiunto l’amore

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