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Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 1 – Episodio 7: Il notaio

 

Questa è una storia diversa dalle altre, una storia che parla di un uomo prossimo alla pensione, un uomo che in pochi minuti mi ha fatto vivere una storia chiamata “vita”.
Sto parlando di secondi che mi hanno illuminato e che auguro di vivere ad ogni ragazzo della mia età, perché in quel momento avevo all’incirca 23 anni.
Che storia ragazzi!!

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio

 

Il notaio

Questa è una storia diversa dalle altre, una storia che parla di un uomo prossimo alla pensione, un uomo che in pochi minuti mi ha fatto vivere una storia chiamata “vita”.

Sto parlando di secondi che mi hanno illuminato e che auguro di vivere ad ogni ragazzo della mia età, perché in quel momento avevo all’incirca 23 anni.

Che storia ragazzi!!

Sono giovane, ho iniziato a lavorare non da tanto, sono ancora alle prime armi ma ho tantissima voglia di scoprire metodi, persone, storie e tutto ciò che può arricchire il mio spirito.

Sono a casa nel mio studiolo e lavoro con un signore molto distinto sulla settantina; è un notaio di Modena che si presenta in giacca e cravatta tutto impettito e ingessato sia nei movimenti che nel comportamento.

Ricordo perfettamente questo incontro perché è stato memorabile…

Spicca davvero la sua aria molto distinta, non sbaglia una parola e io lo faccio sedere alla scrivania e iniziamo questo dialogo:

subito mi da del lei io gli do del tu poi gli do del lei poi gli do di nuovo del tu e gli do del lei!!
Sono in confusione, siamo solo all’inizio e non capisco niente! Pazzesco.

E ad un certo punto molto umilmente dico: “Guardi scusi io non sono capace di dare del lei, io do del tu.. farei così anche se parlassi con la regina”.

e lui mi risponde: “certo non è un problema” e continua a darmi del lei, pazzesco…è una vita che da del lei e io del tu.

Mentre parliamo lo osservo.
lui è come dicevo in giacca e cravatta, la cravatta è talmente stretta che neanche respira poi ad un certo momento io continuo a dargli del tu. Parliamo, gli chiedo il dolore da dove parte, cosa lo aveva portato da me, faccio domande anche un pò tecniche e quindi mi dice che un amico gli aveva fatto il mio nome ma in quel momento mi sorprende con un gesto:

Si slaccia la cravatta.

Ho proprio questa immagine davanti a me: si slaccia la cravatta si sbottona la camicia e a questo punto passa dall’essere impettito ad essere libertino stile Miami Vice, estivo, arieggiato sul petto
e mi dice:

“Ragazzo, mi chiamava proprio così, è strano perché io sono abituato da una vita ad indossare giacca e cravatta, ma oggi mi sento libero e non lo so perché ma mi tolgo la giacca e mi slaccio la cravatta cosa per me inconsueta, un gesto anomalo ma ora mi sento così, mi sento bene”.

Io tiro quasi un sospiro di sollievo e inizia la vera seduta .

Mentre lavoriamo guardo il suo polso e noto un orologio.
Ricordo ancora che era un Patek Philippe oro, nonostante questo era un orologio molto semplice con il cinturino in cuoio marrone e mi colpisce non perché è pacchiano o particolarmente vistoso, ma attira semplicemente la mia attenzione.

Mi rivolgo a lui e gli dico: “Che bell’orologio che hai, è particolare mi ha colpito“; e lui risponde “perché mi fai questa domanda?” e io un po’ imbarazzato; “Non so spiegarti, ma questo orologio ha un’energia particolare”

Il notaio “Questo orologio è un regalo di mio padre e ci sono molto legato perché nutro un profondo affetto, stima e rispetto per lui”.

Ecco, ricordatevi che avevo ventitré anni e con coraggio ho espresso quello che il cuore aveva da dire. Sentivo il bisogno di far lui queste domande e solo dopo ho capito che aveva bisogno di una persona che riconoscesse in lui l’affetto e non quella maschera così dura, quel notaio di successo che si era costruito negli anni.

Magari ti starai chiedendo perché ti racconto questa storia?

Andiamo avanti nella seduta e mi dice: “ragazzo ti devo dire questo: Io nella mia vita ho sempre lavorato, sempre e solo lavorato, sto bene e ho accumulato denaro, immobili e devo dirti che non mi manca niente per stare bene.
Ma la svolta è avvenuta quel giorno che mi sono fermato davanti ad uno specchio e mi sono chiesto: qual è la cosa più importante che hai costruito nella tua vita? LA FAMIGLIA. E così sono qui forse per raccontarti questa storia e per dire al ragazzo che ero che l’unica cosa che conta davvero è la famiglia, la moglie, i figli e gli amici.
Se ti dovessi fare una metafora ti direi che la TORTA è la FAMIGLIA e la ciliegina sulla torta è il successo e il denaro.
Te lo dice un vecchietto di 70 anni anche se non mi sento un vecchietto.
Non sono i soldi che ho accumulato o gli immobili la gioia della mia vita, quella la trovo nelle relazioni che ho costruito.”

Immaginatevi la mia reazione.
Sbalordito e affascinato davanti ad un notaio, un professionista affermato, un uomo di una certa età di aspetto rigido e calcolato che ha abbattuto tutte le etichette con parole semplici e toccanti.

In un momento nel quale i coetanei ambiscono al denaro spunta il notaio, come lo chiamo io perché non ricordo il suo nome, che mi ricorda quanto sia importante godersi le vere gioie della vita.. la famiglia e gli amici.
Ama i tuoi genitori, circondati di amici veri e di una donna meravigliosa poi perché no.. avvicinati al denaro e alle cose belle.. non fa mai male.

Questa storia la racconto spesso durante le mie sedute in studio ed ogni volta mi emoziona. É stata straordinaria dall’ inizio alla fine. É stata emozionante e un grande insegnamento che porto ancora nel cuore.
Vibro ancora quando ve la sto raccontando e mi immagino i suoi occhi davanti a me mentre vi parlo…è qualcosa di davvero meraviglioso

L’insegnamento di questa storia è semplice

Osservate la persona di fronte, non leggete l’etichetta che rappresenta.
Se mi fossi fermato al giudizio lui non si sarebbe mai sbottonato ed io non avrei mai potuto raccontarvi questa storia

Seminate rapporti di qualità e raccoglierete amore e amicizia
Nella vita ciò che conta davvero sono le relazioni, sono la linfa vitale che rappresenta la gioia

Siate coraggiosi
Quando gli ho chiesto che orologio avesse al polso, non ha parlato la mente ma il cuore e guardate che magia che è nata.

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