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Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 1 – Episodio 2: L’amministratore Delegato

 

In questo episodio ci troviamo in un ambiente di lusso, un centro termale sui colli bolognesi. Vengo chiamato per aiutare una persona che non riesce più a muoversi a causa di un mal di schiena. Cosa si nasconde dietro a questo malessere, e soprattutto qual è la soluzione?

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

 

L’AMMINISTRATORE DELEGATO

La storia che sto per raccontarvi è una storia incredibile.

Siamo circa nel 2016/2017 è domenica mattina, mi sto preparando per uscire di casa con Carlotta, mia moglie. È presto e abbiamo in programma di partire per il mare in moto.

Siamo in tenuta da motociclista quindi siamo agghindati come due che stanno per andare sulla luna e proprio mentre sto per accendere la moto ricevo una telefonata. È già un’impresa: devo svestirmi, slacciarmi la giacca, togliermi i guanti, togliermi il casco…uff…sono già nervoso!

Riesco ad arrivare al telefono, è la mia amica Elena. Elena con foga mi dice: “Guarda devi venire qua urgentemente, c’è una persona un mio caro amico che si è bloccato con la schiena.”

In quella circostanza di istinto la mando calorosamente a quel paese… qui sono elegante, ma l’ho mandata proprio a cagare. Penso: “sono le 8 del mattino è domenica sto salendo sulla mia moto già ho il mare davanti ai miei occhi.”

Elena però incalza: “No no no, devi venire qui assolutamente è un amico, è una persona importante e voglio che tu lo conosca.”

“Va bene!”, sospiro di sollievo, cedo alla sua insistenza.

Mi faccio dare tutti i riferimenti così che possa raggiugerli. Brontolo per mezz’ora durante il tragitto in moto. Dovreste vedermi, dentro il casco parlo da solo, brontolo, me le faccio e me le dico, vado avanti così fino a che mi incazzo un po’ perché avevo fatto tutto in funzione del viaggio al mare.

Con questo stato d’animo un po’ movimentato arriviamo a Bologna sui colli, il posto è incantevole.

Il punto di incontro era presso un centro benessere veramente di lusso.

Noi facciamo il nostro ingresso trionfale in tuta da moto e ci rendiamo conto di non essere proprio in linea con l’ambiente che ci circonda.

Sono tutti davvero agghindati, eleganti, griffati e si respira un’atmosfera di lusso e di prestigio. Entro. Dietro di me Carlotta e non sembriamo più due marziani, ma due palombari. Tute da moto, stivali, casco in testa, microfonino…una scena surreale! Immaginatevi tutta la gente in piscina che si tuffa con l’aperitivo e noi vestiti così, da palombaro!

Ovviamente ci guardano tutti un po’ straniti senza capire se è uno scherzo o un intervento di forze aliene.

Per fortuna mi tolgo dall’imbarazzo e arrivo dritto dalla persona per cui all’inizio ero stato chiamato.

Come posso descriverla? Bè, sicuramente straordinaria. Di pochissime parole.

Inizia a raccontarmi un po’ del suo dolore, del suo mal di schiena basso. Un dolore lombare.

In quegli anni ero veramente all’inizio sull’uso della parte energetica e emozionale.

Proprio alle prime armi, ma dal suo dialogo capisco che vive una situazione di invasione di territorio.

Ma cosa significa quello che sto dicendo?

Lavorativamente nei luoghi che frequenta non si sente il capo di quel territorio. Lo capisco attraverso i test kinesiologici che fanno parte della mia conoscenza.

Naturalmente mi attivo anche con un paio di manovre per alleviare il dolore e per provare quindi ad abbassarne nell’immediato la percezione così acuta. Non dimentichiamoci che lui ha male!

Intervengo su quello che si chiama muscolo Ileopsoas per ridurre questa infiammazione lombare. La manovra funziona e il dolore, mi riferisce, passa da livello 10 a livello 5 tanto per farvi capire. Bene, un 50 % via!

È arrivato adesso il momento però di iniziare ad usare le parole, di avere un dialogo di qualità per andare a comprendere che cosa c’è dietro a quel mal di schiena lombare.

Perciò gli dico: “Tu hai un problema che nasce dal tuo comportamento. La causa di tutto parte dall’ufficio. Dal tuo luogo di lavoro” e gli chiedo: “

Ma tu nel tuo ufficio come ti comporti?” e lui: “io faccio entrare tutti, lo riempio come se fosse una sorta di meeting, ma poi mano a mano che la gente entra sono io che me ne vado e lascio che tutti lavorino li!”

“Bravo!” gli dico.

La figura di cui vi sto parlando è quella di un amministratore delegato di una azienda molto importante sul territorio internazionale. Un uomo di pochissime parole e decisamente scettico con le figure professionali come la mia.

Noto però che è attentissimo alle mie parole. Veramente, mi osserva con attenzione e continuo.

“Guarda, nel tuo ufficio tu non comandi. Anzi, sei l’ultima ruota del carro. Fai entrare tutti e addirittura fai in modo che la gente si appropri del tuo spazio fino al punto che sei tu a dover uscire. Ma che comandante sei della tua azienda!”. E qui ho un tono anche abbastanza incazzato.

Serio mi risponde, accoglie il dialogo e mi dice: “Sai che hai ragione? E che cosa mi consigli allora?”

Sottolineo che questo è un dialogo di grande qualità e notevole umiltà.

“Bè innanzitutto ti consiglio di fare una riunione nella sala meeting della tua azienda, visto che ce l’hai e non è il tuo ufficio. Il tuo ufficio è sacro e trattalo come tale. Invita le persone ad entrare quando e come vuoi, ma ad una condizione: detta tu le regole. Si bussa, si parla, si chiede permesso, si decide e poi si esce. Le riunioni vanno fatte nella sala riunioni. Questa è la prima cosa che ti dico. Ce n’è una seconda. Il tuo ufficio ti piace?”

“Si, mi piace. Sono sempre li. Ma sai io amo tantissimo la mia casa di Milano, però non riesco mai a viverla bene, mi manca!”

Rispondo: “Allora ti consiglio di prendere una foto della casa di Milano con la tua famiglia, una bella foto e la metti sulla tua scrivania. Guardala, perché quella per te è una grande ancora di positività, di felicità, di gioia.”

“Bella, mi piace questa idea!” e gli brillano gli occhi.

Allora ricorda: “Il tuo ufficio è sacro ed ora è anche prezioso grazie al fatto che l’hai arricchito con le cose che ami. Poi sai cos’è la cosa bella? Che tu ti sentirai bene, a tuo agio e a capo di quel luogo, gli altri sono ospiti alle tue regole. Esattamente l’opposto di prima dove erano gli altri a comandare e tu a dover uscire”. Poi ripeto: “Non fare più riunioni nello spazio che hai reso tuo. Basta!”

Il mio intervento si conclude e il mio viaggio finalmente può proseguire per il mare.

Qualche giorno dopo si fa risentire Elena e mi dice: “Guarda che il mio amico è rimasto estremamente colpito da tutto quello che era successo quella mattina al centro benessere. L’hai sconvolto!” e racconta che ha messo in pratica tutti i consigli ricevuti già dal giorno successivo.

“Io che lo conosco bene” mi dice Elena “mi sembra veramente incredibile, ma non so come e non so perché l’hai convinto. Incredulo diceva che il mal di schiena era scomparso”.

Dopo qualche tempo all’incirca un anno rivedo Elena e mi parla ancora di quell’amministratore, del suo amico e mi confida che i consigli che gli avevo dato li ha trasformati in una regola di vita.

È rimasta veramente sorpresa di come questo suo amico abbia accolto le mie parole e con grande umiltà e fortissima intenzione e fiducia le abbia poi messe in pratica giorno dopo giorno.

È stata una grande soddisfazione sapere che un uomo così pragmatico aveva accolto le mie parole e i miei consigli, ne aveva interiorizzato i concetti, verificato l’efficacia e fatto uno stile di vita.

In questo caso ho lavorato sulla meccanica del corpo per liberarlo da un dolore che non gli permetteva di muoversi liberamente.

In maniera più specifica ho liberato il muscolo ileopsoas, quel muscolo che va dalla zona lombare all’anca.

A livello energetico ho poi interagito con il primo chakra, nello specifico: territorio, che rappresenta l’ambiente nel quale vivi e lavori.

Anche in questo caso, missione compiuta!

Oserei dire che questa storia non porta un insegnamento, ma porta più di un insegnamento.

Il primo è cogli le occasioni che ti si presentano. In quel momento non ho avuto il tempo di pensare, ho sentito che era una follia ma sentivo che era una cosa buona. Ho seguito l’istinto e l’istinto mi ha premiato.

Il secondo insegnamento me l’ha dato quell’uomo che dall’alto del podio come amministratore delegato di una azienda internazionale ha accolto le parole di un ragazzo molto più giovane. Parole che lo hanno anche sconvolto, ma in un qualche modo lui si è fidato e con umiltà ha fatto domande, ha dialogato fino al punto di aver interiorizzato queste parole in uno stile di vita che ancora oggi a distanza di anni l’ha premiato e lo premia.

Quindi grazie al mio istinto e grazie all’umiltà di quell’uomo.

L’insegnamento di questa storia è semplice.

Cogli le occasioni che ti si presentano. Io l’ho fatto e ho seguito l’istinto e l’istinto mi ha premiato.

Dialoga con qualità. Dialoga di qualità.

Credi in quello che dici, motiva quello che dici e soprattutto dimostra che quello che dici è vero. A quel punto nessuna persona potrà mai contraddire quello che stai facendo. Sono i risultati che contano.

 

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