Daniele Gallerani Podcast

Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 1 – Episodio 1: Tutte le storie straordinarie hanno un inizio

 

Vi racconto la storia di un ragazzo, che è andato oltre i giudizi e le etichette, e con grande intenzione ha raggiunto mete straordinarie !

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

TUTTE LE STORIE STRAORDINARIE HANNO UN INIZIO

Voglio raccontarvi la storia di un ragazzo attraverso i suoi occhi e attraverso le parole di nonna Maria. Parole che gli hanno trasmesso una motivazione così forte, un messaggio che nel tempo è stata luce lungo la sua strada.

“La tua intenzione ti porta la dove desideri! Ti sei laureato, adesso sei un dottore.”

Aveva le lacrime agli occhi emozionata, perché era il primo tra i nipoti ad aver raggiunto quel risultato.

“Ora che sei dottore, non sei cambiato. Sei sempre tu, vedo sempre quel bambino energico, simpatico che quando c’è fa star bene tutti. Sei e rimarrai quello di sempre!”

Sono le parole di una donna contadina, cresciuta lavorando la terra e la natura che la circonda. Una donna ignorante ma osservatrice delle leggi della natura.

Davanti a queste parole, quello che eredita il ragazzo è un sapere antico non scritto sui libri, ma frutto di un amore semplice che infonde fiducia.

Queste saranno le basi su cui costruirà il suo futuro.

Aveva capito e visto guardandolo negli occhi tutto il suo valore, la sua forza, la sua genialità. La voglia di scherzare, l’energia sempre positiva che nel tempo non erano mai cambiate.

Ma dunque… chi è quel ragazzo e perché è così speciale?

Questa è una storia particolare, che mi affascina e che desidero raccontare con tanta follia.

Parliamo di uno studente che certo non si può definire modello. Tanto per farvi capire, alla scuola materna mentre tutti dormono, esce di nascosto per andare a trovare il suo amichetto a casa che ha la febbre. Immaginatevi che cosa ha potuto combinare negli anni seguenti.

Arriva al liceo dove fa di tutto tranne che studiare, ma li emerge il suo lato artistico perché si occupa principalmente di giornalino scolastico, quindi quella rivista che fa la scuola per comunicare agli studenti la parte creativa, le poesie di cui lui va pazzo e le storie che vi nascono all’interno.

Quindi fondamentalmente va a scuola più al pomeriggio quando finiscono le lezioni.

Diciamo che del liceo ha dei ricordi meravigliosi, uno tra questi un professore che gli fa amare la matematica, cosa impossibile e veramente improbabile. Ma lui ce la fa, perché lui gioca; tanto che ancora oggi ringrazia di averlo avuto.

Tanto per darvi una idea: un giorno compito in classe di matematica, il professore guarda questo ragazzo e gli dice: “Tutto pronto?”

Il ragazzo gli dice: “Prof, no! Ho un regalo per lei. Ho un barattolo di nutella perché so che è goloso, però il compito non lo facciamo!”

Il prof lo guarda, ride, accetta e sposta il compito in classe alla settimana dopo.

Già da li si vede il soggetto di cui parliamo.

Altra storia: ama anche una professoressa di filosofia, perché ama la sua materia e la ama talmente tanto che gli trasmette l’amore per quello che fa attraverso l’esempio.

Questa prof gli ricorda la nonna.

La prof dice a questo ragazzo: “Se non ti impegni vieni bocciato” e lui accoglie le sue parole e nel momento opportuni inizia a studiare completando il suo percorso di studi seppure con il minimo dei voti. Devo dire che questo ragazzo, se tutti studiavano da Settembre a Maggio, lui ha studiato da Maggio a Giugno.

Eh…questa è la storia!

È l’inizio di un cambiamento, ma naturalmente l’obiettivo era quello di finire il liceo.

Fatto questo inizia il suo percorso di studi. Lui avrebbe voluto fare medicina, ma sicuramente non era pronto a superare quell’esame, quell’ingresso. Diciamo che non era pronto al sacrificio. Soprattutto non credeva in sé stesso, come una miriade di ragazzi.

Aveva 18/19 anni, non credeva in sé stesso e gli risuonavano le parole di professori e adulti che ripetevano: “Che cosa poteva fare una persona che è passata con il minimo dei voti al liceo?”

Nonostante questo sceglie di entrare all’ Isef, si prepara al test di ingresso e lo supera brillantemente. Primo successo contro ogni aspettativa.

“Vaffanculo!” è la parola che dedica a chi non crede in lui.

Tre anni e qualche mese sono necessari per concludere gli studi. Qualche mese in più solo perché ha fatto una tesi sperimentale sulla Biomeccanica del Tennis, un percorso molto bello fatto insieme ad un’Università australiana.

Naturalmente anche qui in sede di esame non viene capito. È talmente bella la tesi e talmente avanti, che parla di Biomeccanica che andrà di moda 10 anni dopo e non lo premiano neanche con il massimo dei voti.

Ma avanti, avanti comunque!

Veramente una grandissima esperienza, fatta con Franco Merni, professore dell’Università di Bologna, responsabile di ciclismo italiano, quindi una mente eccelsa nel panorama sia universitario che sportivo.

Diplomato Isef intraprende il corso per completare la laurea e si specializza in Scienze Motorie, un altro anno di Università….Si studia!

Anno ricco di impegni che spaziano dallo studio al lavoro passando attraverso lo sport.

Durante questo periodo particolarmente intenso di Scienze Motorie decide di lavorare questo momento è veramente uno dei più belli della sua vita perché fa di tutto.

Sta giocando a tennis, è tra la serie C e la serie B, è molto impegnato si allena tutti i giorni e facendo questo conosce tantissime persone di tutti i generi in tutti gli ambiti.

Inizia a fare un lavoro, così per scherzo, in un negozio che si chiama Athletes World a Bologna. Quindi vendeva principalmente Nike e nel periodo natalizio vende l’impossibile. Qui c’è una storia bellissima e particolare, ma andiamo avanti.

Dopo due o tre mesi di lavoro gli viene proposto di lavorare all’estero e gli sarebbe chiaramente piaciuto, perché la proposta era di andare a Sidney in Australia….a Vent’anni, cosa dire!

Che cosa succede invece?

Rinuncia a questo per fare quello che ha studiato, quindi consegna 50 e passa curriculum a piedi, camminando per le strade di Bologna. Palestra per palestra. UN PAZZO!

Nessuno risponde tranne una palestra Excalibur in centro a Bologna. È pomeriggio inoltrato quando riceve una chiamata, è Manuela la titolare della palestra.

“Vuoi venire a fare un colloquio?” si sente chiedere.

Accetta e il colloquio inizia in questo modo.

“Ho scelto te perché mi ispirava il tuo curriculum e mi ha colpito il fatto che tu a piedi sia venuto qui e ti sei presentato quando nessuno lo faceva”

Già allora mandavano mail o telefonavano, ma nessuno si sbatteva. Lui si!

Questo tratto caratteristico ha fatto la differenza.

La cosa pazzesca è che si presenta con i capelli un po’ lunghi tirati indietro, con gli occhiali sulla testa, quelli che aveva Vasco negli anni ’98-2000. Quelli avvolgenti color arancione, veramente fuori di testa. Ed è pronto a rispondere alla domanda che avrebbe deciso la sua assunzione.

“Che cosa sei capace di fare. Perché ti dovrei assumere?”

La risposta è stata decisiva quanto sincera: “Dovresti assumermi perché io non sono capace di fare nulla, se no non sarei venuto qua! È vero sono nato nell’ambiente sportivo, ho fatto di tutto: ho lavorato nei negozi, ho fatto il facchino, ho insegnato tennis, ho fatto preparazione atletica. Sono abituato a stare in mezzo alla gente, sono molto dinamico ma nell’ambiente della palestra non so fare nulla. Lo conosco perché ci sono vissuto, ma non so fare nulla, ripeto.”

Il colloquio termina da li a poco con un classico “Bene, ti faremo sapere!”.

Tempo mezz’ora/ un’ora riceve una telefonata ed è la voce di Emanuela che dice: “Se vuoi venire nel pomeriggio a provare, vieni pure!”

Deciso ad andare, va in palestra sempre con i suoi occhiali sulla testa che tengono i capelli tirati all’indietro. Lei dice: “Guarda, però te li dovresti togliere perché non è che siamo ad una festa qua!”

Momento epico!

La leggerezza con la quale si atteggiava l’ha reso unico e da quel momento per lui è partita una delle più belle e arricchenti esperienze di sempre.

È stato affiancato da professionisti come Giacomo, detto Jack, che lo ha educato alla preparazione atletica in generale grazie alla sua esperienza soprattutto nel mondo del football americano.  È stato affiancato da Manuela, la titolare e da Francesca sua socia esperta in pilates e postura.

Un bel giorno gli dicono: “Sai che vorremmo fare dei corsi di postura? Se ti paghiamo noi il primo corso, perché non inizi?”

L’invito è stato prontamente accolto ed il primo corso lo hanno fatto tutti e tre insieme ma poi la cosa buffa sapete qual è stata? Che loro dopo il primo corso hanno smesso e lui, contrariamente, in quel momento ha iniziato il percorso del Metodo Raggi con Pancafit, che lo introdurrà nell’affascinante mondo della postura.

Aveva tra i 20 e i 22 anni circa quando ha iniziato insieme al cammino universitario il suo percorso nell’ambiente del benessere, partecipando al percorso di “Rieducazione Posturale  Metodo Raggi” con Pancafit a Milano.

Nel frattempo, come se non fosse abbastanza, si è anche iscritto ad Osteopatia.

Ma la cosa veramente interessante di tutto questo qual’è? Che non ha deciso di essere posturologo, semplicemente era in un ambiente che amava, lo divertiva e soprattutto li nutriva un profondo rispetto verso le sue titolari, ormai diventata solo una, Manuela ancora oggi una grandissima amica.

Pensate che Francesca, la sua socia, vi ricordate? Dopo questo corso se n’è andata dalla palestra e quindi è rimasta solo Manuela e chi aveva invitato il ragazzo al famoso corso è stata proprio Francesca; cioè un po’ di casino, ma tutto questo per dire che Francesca è stata una grande protagonista di questa storia seppur rimasta in scena solo per attimi, giorni.

Lei è stata la messaggera che ha fatto si che il ragazzo conoscesse il mondo della postura e successivamente se ne innamorasse. Lui ha semplicemente seguito il vento, accolto un invito, ha alzato le antenne e ha scelto in una frazione di secondo quello che sentiva giusto e quella scelta poi si scoprirà averlo premiato.

I corsi del Metodo Raggi erano agli inizi e lo stesso Daniele Raggi aveva tutta la carica e l’energia utile a trasmettere il suo nuovo approccio posturale. Una vera fortuna per quel giovane ragazzo che ha assorbito la sua passione facendola propria. Successivamente ha avuto la fortuna di partecipare alla sua formazione, di essergli vicino ed è stata una grande fortuna, perché gli ha trasmesso la sua infinita conoscenza, la voglia di sapere, la voglia di continuare a far star bene le persone e non arrendersi mai.

Ha trasmesso una grande passione che ancora oggi a distanza di vent’anni il ragazzo trasmette alle persone che si affidano a lui. Rimane ancora oggi in contatto con Daniele Raggi. Fa parte del suo percorso formativo, fa parte di quei maestri che si incontrano e che non si possono dimenticare, perché sono persone che arricchiscono notevolmente la vita e che partecipano all’evoluzione personale, massima aspirazione di un essere umano con coscienza.

Diciamo che non ha scelto di fare il posturologo, si è trovato in quel momento, ha seguito il vento e ha sentito che era una buona strada.

Ho detto sentiva, non pensava. Immaginate un cane che fiuta qualcosa, va in quella direzione e scopre il suo bocconcino. Il suo bocconcino in quel momento era la rieducazione posturale.

Sono Daniele Gallerani e questa è la mia storia. Oggi Osteopata, posturologo, ricercatore ed inventore. Da più di 15 anni lavoro nell’ambito del benessere fisico attraverso tecniche manuali, digitopressione e riequilibrio posturale globale.

Negli ultimi anni ho approfondito la ricerca in ambito emozionale energetico e ora i trattamenti sono caratterizzati dall’unione parole/mani, in quanto è emerso dalla mia ricerca che le emozioni condizionano il comportamento e successivamente postura e dolori.

Sono titolare di due brevetti, uno per trattamenti di digitopressione adatto a specialisti del settore e uno per alleviare dolori al collo e al mal di testa adatto a tutte le persone, riconosciuto come Codice 32.

L’INSEGNAMENTO DI QUESTA STORIA È SEMPLICE:

Cavalca ogni giudizio negativo degli altri e sfruttalo come leva, perché dentro a quel giudizio c’è un vantaggio per te. Credici!

 

 

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