La storia di Massimiliano, uomo di 50 anni, è davvero straordinaria.
Riguarda la relazione che esiste tra occhi e intestino.
Leggi il testo completo dell’episodio:
La storia di Massimiliano, uomo di 50 anni, è davvero straordinaria.
Riguarda la relazione che esiste tra occhi e intestino.
Adesso sono partito dalla fine, ma ti racconto da dove inizia la sua storia.
La storia ha inizio la prima volta che viene in studio da me e mi dice che quando fa sport ha dolore alla scapola destra o sinistra e che questo dolore diventa molto forte tanto da irradiarsi fino all’occhio.
Di solito ha la media di un episodio di mal di testa a settimana e se suda ad esempio con il caldo, o in condizioni di stress questo aumenta.
Questo è il dato principale, poi riferisce di avere dolore a un dito del piede sinistro e ultimamente ha un dolore costale.
Questo è il quadro con il quale si presenta, ma tutto questo dolore che origine ha?
Che cos’è che ha portato Massimiliano ad accusare questo dolore?
Innanzitutto, come sempre, faccio una analisi dei dati secondo quella che è la mia linea del tempo; quindi metto in ordine temporale quello che è successo nella vita di Massimiliano e ci sono stati diversi eventi molto molto forti da bambino, perché eventi fisici traumatici non ne ha avuti se non un incidente in motorino molto importante a 17 anni sul quale torneremo successivamente.
Prima di quell’incidente ha avuto la separazione dei genitori a 10-11 anni e dai suoi 8 ai 14 anni la mamma ha avuto una forte depressione.
Diciamo che ha avuto una adolescenza bella tosta dove ha vissuto la separazione, l’abbandono e uno stato emotivo molto basso perché vedeva la mamma soffrire.
A 17/18 anni ha fatto l’incidente in motorino e dai 22 ai 40 anni, quindi per ben 18 anni ha avuto attacchi d’ansia, che lui mi dice aver saputo gestire con l’autoconvincimento.
Quindi un carattere molto forte che ha deciso di scegliere e guardare la luce nonostante questi eventi belli tosti.
Poi le cose vanno avanti, a 38 anni succedono un altro paio di episodi ma l’evento centrale è questo:
Fondamentalmente dopo il primo incontro lo lascio con un dato importante, gli lavoro il collo attraverso la digitopressione, perché è stato traumatizzato da quell’incidente e quando metto le mani sul suo collo so già che devo ripetere questo lavoro.
Faccio anche un lavoro sul diaframma, perché ho bisogno di legare il respiro, l’attacco di panico, metaforicamente parlando questa aria corta e lo metto in relazione al suo collo.
Quando lo faccio alzare in piedi mi dice che non sente blocchi cervicali, non sente che gli da fastidio agli occhi o alla testa, si sente più leggero e la spalla destra e il braccio sono più liberi.
Testando poi kinesiologicamente i suoi chakra lo lascio con un compito dopo la prima seduta, ovvero quello di scrivere e depositare le sue emozioni che lo riportavano alla madre.
Quando aveva 20 hanno avuto un grandissimo litigio e lui ha vissuto questo abbandono e rifiuto da parte della mamma. Dopo questa cosa gli dico di evitare alcuni cibi perché il suo intestino manifesta disagio.
Tutto ciò per dire che il secondo incontro prosegue un mese dopo e lui mi dice che ha fatto la carta igienica per la mamma e che gli ha liberato soprattutto il torace, il collo e le spalle e i mal di testa si sono notevolmente ridotti.
Diciamo che rispetto alle altre volte che è andato in palestra e ha messo in tensione la muscolatura, non ha dovuto prendere antinfiammatori.
Quindi un bel successo dopo un mese che non lo vedo.
Poi in questo mese non ha avuto mal di testa e lo stomaco è un po’ infastidito.
A quel punto io gli tratto una scapola, la sinistra precisamente, perché ha avuto un piccolo contrattempo negli anni precedenti e continuo il lavoro sulla cervicale, trovandola libera.
Invece il diaframma, andando più in profondità sento che deve essere trattato, quel diaframma mi dice che ha bisogno di essere trattato e di continuare a evitare quei cibi che lo infiammano, perché l’intestino è ancora infiammato.
Utilizzo in questo caso Codice 32 e a quel punto si trova molto bene, si sente leggero e si prepara ad una terza seduta.
La terza seduta nella quale viene Massimiliano mi dice che si sente bene, che gli acciacchi sono molto diminuiti, non prende antifiammatori, va in palestra ma questo rapporto con il cibo è da sistemare.
In questa seduta emerge un dato importantissimo, ovvero un contrasto con il papà che lo porta a 25/30 anni dove Massimiliano non sopportava quello che faceva suo papà.
Non sopportava il fatto che vivesse con una compagna e che ci fosse un contrasto con il denaro.
Allora gli dico di scrivere tutto questo stato emotivo, di lasciarlo andare e di scrivere sopra ad una banconota che gli vuole e che gli vuole fare un regalo e di regalarglieli durante una cena, come un colpo di scena.
Beh insomma, è stato qualcosa di meraviglioso questa seduta ed emerge un dato importante:
che i suoi occhi fanno fatica a convergere, sai quando ti avvicini il dito alla punta del naso? Gli occhi fanno fatica, allora mi accorgo che se io tratto l’intestino di Massimiliano quegli occhi convergono meglio.
Ecco la relazione fantastica tra intestino infiammato e occhi che faticano a mantenere l’attenzione, che poi vanno a disturbare la cervicale e alterano il respiro. Tutto condito da una situazione emotiva che l’ha messo a dura prova.
Dalla terza seduta lavoriamo sugli occhi e qui i risultati sono notevoli, mi dice che il mal di testa è praticamente è scomparso e che i suoi dolori sono praticamente ridotti al minimo.
È molto bello perché da qui in poi continuiamo un percorso di sedute.
Ma quello che mi interessa è l’insegnamento che questa storia mi ha dato.
L’insegnamento di questa storia è qualcosa di strepitoso perché questo uomo ha sofferto e portava un grande dolore dentro di sé.
Quando attraverso il dialogo, la respirazione e la scrittura ha lasciato andare questa sofferenza, questo uomo ha iniziato a far brillare gli occhi, ha iniziato ad avere meno mal di testa e avendolo trattato sul collo abbiamo tolto quelle memorie traumatiche di quella persona e poi abbiamo messo in relazione quegli occhi che hanno visto delle cose che non gli piacevano e quindi delle schifezze legate all’intestino.
Ecco allora che cervicale e diaframma, occhi, intestino e emozioni sono state la risoluzione di quella persona.
Io continuo a meravigliarmi ogni giorno del mio lavoro e continuo sempre a stupirmi di queste relazioni che sono qualcosa di unico e sorprendente.
Ho piacere di condividere con te, perché attraverso queste storie puoi vederti, rispecchiarti e trovare quelle sfaccettature o sfumature che ti possono arricchire, perché noi siamo fatti per andare verso una nostra evoluzione e arricchimento.