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Stagione 2 – Episodio 5: Il ginocchio di Francesco

la storia inizia circa una ventina di anni fa quando sollevando un grosso peso quasi rimanendo schiacciato da una cancellata per metterla sopra ad una macchina parte un dolore lombare.

Dopo aver risolto quel dolore alla schiena di una ventina di anni fa non ha avuto più niente fino al 2022 quando inizia questo dolore al ginocchio destro, che poi dopo un po’ scompare per poi passare al sinistro senza più andare via negli ultimi quattro o cinque mesi.

Iniziamo a parlare e a un certo momento, dopo 10 minuti che parliamo questa persona mi dice:

“Sono interessanti le domande che mi fai, perché sono venuto qua per parlare di un ginocchio e mi trovo a parlare di tutt’altro”.

Poi mi guarda con gli occhi di un bambino come quando sta giocando, ed è allo stesso tempo sconcertato quanto incuriosito.

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

Questa storia è particolare perché un signore arriva da me in studio accompagnato da sua moglie, ma la cosa bella è che lui viene per un dolore al ginocchio, è il suo primo problema.

Mi dice: “Dopo 3 o 4 ore che sono in piedi o che cammino per 4/5 Km il dolore al ginocchio sinistro è forte sia nella parte interna che esterna e mi impedisce di accovacciarmi del tutto”.

Per chi fa squat in palestra non può farlo in maniera totale, è impedito arriva a 90° e quel ginocchio si difende e non va oltre.

Allora iniziamo il dialogo perché lui mi porta la risonanza al ginocchio che io guardo. La risonanza mette in evidenza una sofferenza al menisco e a tutta l’articolazione del ginocchio.

Parla anche della sofferenza alla cartilagine di un sovraccarico degenerativo, questo è quello che dice la risonanza.

La storia dov’è?

Beh, la storia inizia circa una ventina di anni fa quando sollevando un grosso peso quasi rimanendo schiacciato da una cancellata per metterla sopra ad una macchina parte un dolore lombare, quindi un dolore al basso schiena.

Dopo aver risolto quel dolore alla schiena di una ventina di anni fa non ha avuto più niente fino al 2022 quando inizia questo dolore al ginocchio destro, che poi dopo un po’ scompare per poi passare al sinistro senza più andare via negli ultimi quattro o cinque mesi.

Diciamo un po’ fastidioso, perché se una persona è abituata a stare all’aria aperta e a camminare o a stare in piedi e far dei lavoretti, diventa un po’ un problema.

Iniziamo a parlare e a un certo momento, dopo 10 minuti che parliamo questa persona mi dice:

“Sono interessanti le domande che mi fai, perché sono venuto qua per parlare di un ginocchio e mi trovo a parlare di tutt’altro”.

Poi mi guarda con gli occhi di un bambino come quando sta giocando, ed è allo stesso tempo sconcertato quanto incuriosito. È incuriosito tantissimo, non capisce il perché faccio queste domande ma gli dico:

“Scusa, ma questo dolore al ginocchio che senso ha se non c’è un trauma? Se non c’è un incidente, se non c’è un trauma posturale. Niente se non quel vecchio dolore alla schiena”.

Allora lui mi dice: “Eh no”. Ma c’è ancora qualcos’altro, una vecchia ulcera duodenale, quindi un problema al duodeno e ancora una acidità e una pesantezza allo stomaco.

Quindi non c’è più solo un problema al ginocchio, ma la sua storia racconta anche di problemi digestivi, che nel tempo hanno fatto si che quella persona compensasse, ovvero trovasse una scappatoia per non avere più quei dolori all’intestino.

Allora lo testo come faccio sempre con la Kinesiologia e ai test kinesiologici si evidenzia il fatto che è presente uno stato di tossicità.

Testo alcuni alimenti e dico semplicemente di evitare qualche alimento che potrebbe intossicarlo e inquinarlo.

Gli faccio una bellissima metafora e gli dico: “Se tu fossi una macchina a diesel sappi che la stai alimentando a benzina da anni e anni”.

“Allora sto facendo del male a me stesso e al mio motore” mi dice.

“Esatto, stai proprio facendo del male al tuo motore. Quel motore poi andando male crea vibrazioni in quella macchina e quella macchina, ovvero il tuo corpo inizia a manifestare dolore, perché quelle vibrazioni non sono previste”.

A quel punto faccio un paio di lavori.

Lavoro manualmente sull’intestino e quando lui si alza mi dice che non ha più dolori alla schiena e si sente più leggero.

A quel punto lui rimane piacevolmente sorpreso, così vado avanti nel mio lavoro e gli tratto il diaframma.

Come sempre il diaframma è parte centrale del mio metodo di lavoro e lavorando sul respiro ha una reazione emotiva che lo riavvicina ad un episodio della sua vita molto particolare e forte di quando era bambino.

Non sto a specificare ma devo dirti che attraverso quel respiro lui rivede e rivive quell’episodio talmente forte da provare dolore quasi da lacrimare, ma non per il lavoro fatto, ma per quello che è emerso da questo lavoro.

Fatto sta che quando finiamo il lavoro attraverso la respirazione e il diaframma lui si alza e mi dice:

“Il mio respiro è più fluido, mi sento più rilassato e non ho tensioni. Addirittura mi sento la pelle più liscia.”

Rimane in questo stato di limbo e poi gli dico: “E il ginocchio?”

“Ah, è vero…è vero, il ginocchio!”

Si piega totalmente e va giù tutto si accoscia completamente, ovvero in posizione di squat totale.

È come se lui andando giù appoggia il sedere fino sopra i talloni e mi dice: “È incredibile! Io questo non potevo farlo un’ora fa, invece adesso si”.

Il bello è che il giorno dopo poi mi ha mandato un messaggio e mi ha detto: “il ginocchio è ancora così, sta bene!”

Poi la seduta come è continuata?

Ti ricordi che è emerso questo forte dolore dovuto a una emozione provata da bambino?

Bene, gli ho detto di prendere carta e penna e di scrivere di quella emozione e lasciarsela alle spalle perché era ancora viva e creava ancora dolore. Era una ferita ancora aperta-

Invece metaforicamente quella carta è come quella garza che va a chiudere quella ferita; una volta chiusa la ferita la garza si getta nel cestino ed è guarita per sempre.

L’insegnamento più bello di questa storia è la curiosità di quell’uomo.

Un uomo che accompagnato dalla moglie si fa guidare.

Un uomo che ha trovato la forza di ascoltare e di accettare qualcosa di imprevedibile e di imprevisto.

Un incontro e un lavoro fatto di mani, di respiro e di tossicità.

Qualcosa che lui non aveva previsto ma che ha accettato.

Il più grande insegnamento è che una persona curiosa, a cui brillano gli occhi e che vuole il benessere, non può fidarsi di tutti e certamente se si affida a un professionista deve affidarsi sempre, come dice un mio grande amico medico, con il ragionevole dubbio.

“Daniele quando tu dai per scontato una cosa, ricordati che devi sempre metterci un ragionevole dubbio. Se sei in autostrada chiediti: sei veramente in autostrada?”.

Questo è un atteggiamento che mi ha premiato, ti chiedo di aprire il tuo cuore, di alzare le antenne e essere sempre curioso perché questo signore Francesco mi ha insegnato e ricordato che la curiosità ha poteri incredibili.

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