La prima volta che vedo questa donna è un mix di disperazione, dolore, affranta veramente. 68 anni, Anna, già nella sala d’attesa manifesta un dolore assurdo, si alza in piedi piegata in avanti dal dolore, appoggia la testa su una spalla e gli occhi parlano senza che lei pronunci una parola.
Ma quel è il motivo del perché sei presenta in studio da me?
Non per i 68 anni, anzi figurati! È perché lei usa queste parole: “Ho un dolore al collo che è devastante, tutto il lato destro fino alla spalla”.

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La prima volta che vedo questa donna è un mix di disperazione, dolore, affranta veramente. 68 anni, Anna, già nella sala d’attesa manifesta un dolore assurdo, si alza in piedi piegata in avanti dal dolore, appoggia la testa su una spalla e gli occhi parlano senza che lei pronunci una parola.

Ma quel è il motivo del perché sei presenta in studio da me?

Non per i 68 anni, anzi figurati! È perché lei usa queste parole: “Ho un dolore al collo che è devastante, tutto il lato destro fino alla spalla”.

Siamo, diciamo, alla fine del 2023 e nove mesi prima succede che lei ha una frattura scomposta all’omero destro.

Lei porta un tutore per 50 giorni, Il braccio destro a questo punto si gonfia e diventa duro, di marmo. Lei dice: “Ho fatto mesi piegata a destra perché il braccio pesava una tonnellata”.

Lei è magrina, piccolina e questo gesso me lo immagino quando mi parla grande più di lei, come un cartone animato. Poi dice: “Ad agosto, il 15 agosto, lavando i piatti sento tensione al collo, a cena continua il dolore e da quel momento nessun rimedio è possibile. A letto non so dove mettere la testa, ho dolore al collo e non riesco nemmeno girarmi Ne a destra, ne a sinistra e se mi piego sento una fitta talmente forte che mi parte il mal di testa. Non è finita eh, sento la colonna non in asse. Mi sento storta e a volte ho una fitta pazzesca alla schiena nella zona dorsale” Poi mi dice: “la zona lombare, la parte bassa della schiena Devo stare attenta a fare movimenti perché qualsiasi peso alzo mi blocco”.

Avete capito? Un disastro! ma un disastro vero, dove una frattura ad un braccio porta un dolore al collo, per poi avere un dolore alla schiena, un dolore allucinante da non poter dormire.

Qualcosa di incredibile, ma che cosa facciamo per risolvere il problema?

Innanzitutto lei ha altri eventi che la caratterizzano.

Uno svuotamento del seno sinistro, quindi opposto e una caduta testa in giù più di 50 anni prima dove ormai si ammazza, ma tutto bene!

Allora la tratto a quella scapola, la libero e Vado a cercare punti precisi.

Facciamo un lavoro delicato, a volte forte, a volte protratto nel tempo e a volte di nuovo più delicato. Ma lei non molla, è tenace e mi dice: “Daniele andiamo avanti”.

La libero su quella scapola, la tratto un po’ sul collo, la allungo e la metto in postura.

Nel giro di non poche sedute, questa volta si parla di cinque sedute circa, lei inizia a non avere più quel dolore alla schiena. I benefici si vedono, sì, non al collo Ma muove un po’ meglio la spalla, la schiena, la parte bassa della schiena Non si fa più sentire, sta bene anche nel letto, può sollevare qualche peso E la zona dorsale, metà schiena, incomincia ad andare bene.

Quello che non molla subito è il collo, allora lavoriamo ancora su quella scapola, poi la metto in postura, chiedo alle sue spalle di mollare, di lasciare andare, di aprirsi e di aprire un po’ le braccia dolcemente in modo da allungare quel collo.

Lei a un certo punto, finalmente, mi dice queste parole: “Adesso, quando mi corico e mi sdraio sono scomparsi i coltelli alla schiena. Quel dolore al collo devastante, adesso, da 10++++, il dolore è 2-3 a volte. Nella media, invece, molto bene.”

Continuo poi a lavorare quel cavo ascellare sinistro, perché è dove c’è stato l’intervento e li ci sono aderenze e questo Influenza decisamente quella che è la libertà della spalla destra e del collo.

Il collo che tra i due litiganti, spalla destra e sinistra, in questo caso ci rimette.

Lavoriamo la cicatrice sulla scapola sinistra, reattiva; lavoro ancora di nuovo la scapola destra e la spalla destra, la metto in postura corretta e andiamo a ricercare la libertà di quella spalla, non dimenticando di allungare il collo e di farla respirare.

Non dimenticando di metterla in una postura corretta, cosa che non succedeva da tempo.

Perché il corpo era tutto accartocciato per sopportare quel dolore e quel peso dovuti a quell’immobilità di 50 giorni dovuto a quel gesso.

Morale Tutta questa storia A distanza di una decina e più di sedute, questa volta, un giorno arriva e mi dice: “Daniele, è un sogno! Riesco ad allacciarmi il reggiseno”.

Pensate quanto un gesto così semplice come allacciarsi il reggiseno, possa diventare una cosa la quale ambire.

“Daniele fammi allacciare il reggiseno. Fammi arrivare a questa autonomia, perché oggi me lo devo allacciare da davanti, mi sento impacciata e oltre al dolore voglio ritornare ad essere quella che ero; Libera di fare le mie cose in ufficio e a casa.”

Perché a 68 anni questa donna è ancora ambiziosa, ama ancora quello che fa e lo fa trasversalmente.

Finalmente nei suoi occhi Vedo una donna non più con quel dolore, Ma una donna che ha una speranza, che sta bene e che inizia a crederci.

Grazie Perché star bene è fiducia!