È frequente che a 54 anni una persona dica: “Ah, sai alla mia età con i miei dolori”.
Questa è la storia di una donna di 54 anni che viene da me perché ha dolore alla spalla sinistra.
Leggi il testo completo dell’episodio:
È frequente che a 54 anni una persona dica: “Ah, sai alla mia età con i miei dolori”.
Questa è la storia di una donna di 54 anni che viene da me perché ha dolore alla spalla sinistra.
Dolore in scala da 1 a 10, 7, un dolore molto forte accompagnato da formicolio alle dita delle mani soprattutto a sinistra e soprattutto di notte e poi, ha dolore alla zona lombare della schiena, quindi la parte bassa. Tutta questa storia ha iniziato una ventina di anni prima quando ha sofferto di talloniti, di speroni calcaneari e ha sofferto già di dolore alla schiena, al collo e alla spalla. Ma stavolta non sinistra ma alla destra. La cosa interessante nel frattempo è che ha subito qualche intervento con una cicatrice importante sotto all’ascella sinistra.
A quel punto su che cosa ho lavorato e che cosa mi ha dato risultato. Premetto, lei ha una media da 1 a 3 antinfiammatori al giorno. La cosa è bella tosta se ci pensi.
Vanno sotto stress l’intestino, lo stomaco, i reni, il fegato. Da una parte sopravvive con questi antinfiammatori ma dall’altra è dura, molto dura. Subito di primo acchito le do qualche consiglio sugli alimenti che la disturbano.
D’altra parte lei dice l’intestino che è delicato è proprio un disastro come quello di mia mamma. Allora togliamo subito alcuni alimenti. Le consiglio di togliere quella che è la carne di maiale, gli affettati perché ne abusa e perché diciamo sono carni batteriche.
Le dico di togliere gli zuccheri, quindi per la maggior parte tutti i cibi conservati, confezionati, chimici. Poi di togliere il latte e i derivati. Già facendo questo lei mi dice di svegliarsi molto più sgonfia e di non avere più quel dolore alla pancia.
Naturalmente questo lavoro fatto con questa donna non è un lavoro fatto in una seduta ma in diverse sedute che lei decide di voler continuare e di portare avanti perché sente di avere beneficio, un pezzettino alla volta. Quindi ripeto il primo lavoro fatto è consiglio alimentare. Poi ho lavorato subito su quella cicatrice sotto all’ascella che le provocava una grossa retrazione, una grossa aderenza.
E trattando questa cicatrice, lavorando sull’intestino e iniziando ad interagire sul diaframma, in una sola seduta quindi nel giro di circa venti giorni, il dolore da 10 è passato a 7.
Ma da lì ai passi successivi che cosa ho fatto? Mi sono accorto che l’intestino era proprio fuori fase e l’ho fatta lavorare con la scrittura emozionale, con la scrittura emotiva.
Lei subito mi ha detto: “per dieci anni sono incazzata nera per quello che è il lavoro. Ho visto ingiustizie, ho subito ingiustizie di cui me ne sono fatta carico negli ultimi dieci anni”.
“E allora che cosa è la cosa più bella che devi fare?” Le ho detto, “Prendi carta e penna, ti siedi sul water e scrivi tutte le ingiustizie che in questi dieci anni hai subito. E scrivile, divertiti, ridici sopra, piangi, arrabbiati, fai quello che vuoi. L’importante è che poi le leggi tutte queste ingiustizie e te ne liberi, gettandole nel water.
Lei ride, ride, si diverte, dice: “Che follia, mi piace questa cosa”.
“Sì, ti piace perché stai facendo qualcosa che ti fa sentire bene. E questa risata viene dal tuo profondo, che dice finalmente mi libero di un peso”.
Ma la cosa interessante, la più interessante direi, è perché questo dolore alla spalla sinistra? Perché la spalla sinistra rappresenta la mamma, la parte femminile, quella che non riesce a lasciare andare. Non la lascia andare, perché è una mamma anziana, che non sta bene, che ha problemi di demenza. Lei se ne vuole prendere cura, se ne vuole prendere cura al punto che si mette il secondo piano.
Vive per questa donna e sente il forte carico che deve sopportare. In qualche modo non si sente all’altezza di farlo, ma si costringe a farlo. Si sente in colpa e allora lo fa.
E attraverso un dialogo di grande qualità, lei capisce, soffre anche per questo, però piano piano si mette in discussione. E un giorno dice: “Daniele ma sai che è da un mese che, diciamo, tra una cosa e l’altra non ho visto la mamma? Ci ha pensato qualcuno vicino a me. Sono stata bene con la spalla, poi nel momento in cui l’ho rivista, è ripartito un dolore alla spalla. Sarà un caso?”
“Boh”, le dico io, “tranquilla, continua così”.
Ma incomincia a accendersi una lampadina. Lei quindi incomincia a comprendere che questa spalla forse non è solo un problema meccanico. Certo, perché abbiamo trattato la parte dorsale, la cervicale, il diaframma, qualche consiglio alimentare.
Ha fatto lavoro con un macchinario che lavora su riequilibrio energetico e accelera la “guarigione”. Accelera lo star bene.
Ma, ciliegina sulla torta, ha fatto pace, ha iniziato a guardarsi con altri occhi. A sentirsi tranquilla verso la sua mamma.
Ad accettare questa vecchiaia e la demenza della mamma. E mi ha detto un giorno, Daniele sai che sto iniziando il percorso per chiedere se qualcuno mi gestisce la mamma per metterla in struttura. Devo dirti che passato qualche mese lo sto facendo.
Morale, ti ricordi che andava da 1 a 3 antinfiammatori al giorno? Benissimo. Adesso, nelle ultime 3 settimane, nell’ultimo mese, parlo a distanza di 3-4 mesi da quel giorno. Siamo arrivati ad 1 antinfiammatorio in 3 settimane/1 mese.
Quindi pensate, a differenza di 20-30 antiinfiammatori, 1.
Questi sono i numeri, questi sono i dati. Incrocio le parole che esprimo a quello che sento nel cuore di quella persona. Incrocio le mie mani che toccano quel corpo alle parole che desiderano esprimere qualcosa.
Incrocio queste mani che toccano il corpo alle parole che esprime quella persona.
Perché tu hai tanto da dire, queste persone hanno tanto da dire, e io ho tanto da ascoltare. La cosa più bella di questa storia è la tenacia, a volte anche una sorta di comicità, di prese in giro.
Questa donna sa delle sue debolezze, ci ride sopra, ma è tenace, non molla. E passo dopo passo, anziché guardare quello che non fa, inizia a guardare quello che sta facendo di nuovo. Per lei, per la sua vita, per le persone vicine.
Quindi ti invito ad essere curioso, a fare un passo in avanti, ad evolvere.
D’altra parte, in questa vita, noi siamo venuti per evolvere.
Stammi bene.