37 anni e sentirsi invalido 37 anni e avere quella percezione di non poter fare, non poter agire non poter muoversi, non essere creduto da nessuno.
“Perché tu sei un malato immaginario!”
Questa è una storia molto forte, penso una delle più forti che ho visto, vissuto, trattato nell’arco della mia vita lavorativa, davvero qualcosa di straordinario un ragazzo che all’età di 37 anni entrato dicendomi queste parole.
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37 anni e sentirsi invalido 37 anni e avere quella percezione di non poter fare, non poter agire non poter muoversi, non essere creduto da nessuno.
“Perché tu sei un malato immaginario!”
Questa è una storia molto forte, penso una delle più forti che ho visto, vissuto, trattato nell’arco della mia vita lavorativa, davvero qualcosa di straordinario un ragazzo che all’età di 37 anni entrato dicendomi queste parole.
Ma la storia inizia 10 anni prima all’età di 27 anni quando è stato operato di un pneumotorace al polmone destro; da quel giorno quell’ intervento ha determinato un cambiamento disastroso, un vortice che non ha avuto mai fine fino a quando non ci siamo incontrati.
10 anni fa in quell’occasione questo ragazzo inizia ad avere dei dolori e a sentire delle limitazioni; il respiro si modifica e mi dici di sentirsi chiuso dentro, come se fosse cucito dall’interno con una forza alla quale non riesce a divincolarsi.
È pazzesco, quando lo vedo ha gli occhi che sono un misto tra una rabbia omicida e la determinazione di uscire da questo dolore. Lo capisco subito, bastano veramente pochi secondi e lui mi dice: “Mi hai capito!” ma andiamo avanti con calma.
Pneumotorace e sembra che tutto sia andato bene, invece da li inizia un calvario, si sente cucito dentro.
Si sente che il respiro si modifica, sente che il corpo inizia un cambiamento al quale nessuno vicino a lui crede, inizia a sentire dolori e iniziano a chiudersi le spalle, inizia a sentire il dolore sul dorso inizia a Sentire dolori al petto e inizia ad irrigidirsi.
Cambia il colore della pelle che da Rosa diventa un po’ pallidoduccio e bianco; da lì i dolori aumentano ancora e nell’arco di 10 anni aumentano al punto che deve sempre auto massaggiarsi, sempre passare quel rullo sulla schiena sulle gambe per avere un minimo di agio e di movimento.
Il respiro diventa impossibile al punto che deve fare dei versi per respirare, ogni tanto si inchioda il diaframma e il respiro si ferma all’altezza del petto da non farlo respirare e fa fatica a deglutire. Veramente un quadro allucinante.
Lui nell’arco di questi 10 anni vede allontanarsi la sua ragazza perché gli dice che sono tutte balle e che è un malato immaginario, la sua famiglia da ragione alla ragazza e anche lei prende le distanze da lui.
A questo punto lui si sente dolorante, da solo, abbandonato e non creduto.
Anche il lavoro diventa difficile da superare da sopportare al punto che un anno Prima di venire da me lascia al lavoro e iniziano anche le difficoltà economiche, quando lo vedo gli dico: “io ti ho capito. Penso che tu abbia preso delle scelte economiche molto pesanti che ti sono costate denaro, tempo, sbagli ed errori madornali”, e lui mi dice: “Scusami ma tu come fai a saperlo?”
“Lo so perché ti osservo, lo so perché il tuo respiro si è modificato, lo so perché senza respiro senza ossigeno vaneggi, è come se hai una stanza chiami dentro 40 persone, la stanza è sempre più piccola, le finestre sono chiuse e non c’è ossigeno. Piano piano arriva la sonnolenza la stanchezza i dolori, vanneggiate perché l’ossigeno nutre le cellule del nostro cervello, del nostro corpo e del nostro sangue.”
Questo ragazzo rimane sbalordito dal fatto che l’ho compreso a fronte di 10 anni di incomprensioni e mi dice: “Mi fido! Sono arrivato da te da un tuo vecchio amico, collega terapista che mi ha detto: Vai la o non so più che cosa fare”.
Le ha provate tutte: fisioterapia, laser, ultrasuoni…di tutto e di più!
Io lo vedo e gli dico: “Adesso si fa sul serio, ci stai?”
E lui: “Ci sto, sono pronto! Non vedo vie di uscita e sono pronto a tutto!”
Dopo questo dialogo, silenzio, inizia lo spettacolo e inizio a lavorare sul diaframma.
Lavoro sul diaframma ad un livello molto profondo, entro in connessione con quello che è il suo stato fisico, prima di tutto, che poi diventa uno stato emotivo dato da un tremore alle gambe, alle braccia, al corpo. Un freddo profondo, un senso di rabbia che si scatena e tutto misto ad un diaframma che non ce la fa più che tradotto nella sua lingua è: “Come uno spavento perenne”.
Lavoriamo secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, istante dopo istante a questo meraviglioso caso e dopo un quarto d’ora, venti minuti di respirazione lo faccio alzare in piedi.
Da essere inchiodato e non poter muovere il collo, non poter alzare le braccia più delle spalle, dal non riuscire a piegarsi in avanti più di qualche centimetro per un dolore atroce su tutto il corpo, dall’essere entrato da me in studio facendo rumori di dolore per sedersi; dopo 20 minuti circa di respirazione lui si alza, alza le braccia fino sopra la testa, si abbassa fino a toccarsi i piedi, si siede e rimane stordito.
Lui vede il suo corpo che si muove liberamente, ma la sua mente non accetta quasi che sia possibile, è incredulo e stordito.
Al punto che parlo con una mia amica psicologa di questo caso che mi dice che lui ha avuto uno shock nel blocco e ha avuto lo stesso shock nello sblocco.
Questo ragazzo oggi ha 37 anni e ha assaggiato la libertà, al punto che da quel momento ha iniziato a fare tai chi che anche io amo e pratico, ha iniziato ad avvicinarsi alla Palestra del Respiro che ho aperto da qualche mese. Una palestra on-line dove ti puoi collegare e imparare a respirare…meraviglioso!
Questo ragazzo oggi è libero di muoversi un 70% meglio, in quanto tempo? In un’ora e un quarto di lavoro insieme. Questo è davvero incredibile.
Un corpo che a causa di un respiro costretto ha cambiato il colore della pelle diventando pallido e oggi è roseo. Una persona che da confuso perenne diventa centrato, una persona che da insicuro diventa sicuro, una persona che passa da 0 voglia di vivere e con una rabbia pazzesca passa a Voglia di vivere e gioia nel ritrovare la libertà.
Questo è uno dei casi più belli ma ce ne sono altri e ve li racconterò.
L’ho raccontato per farvi capire quanto è importante il respiro, lo vedo ogni giorno attraverso le persone che partecipano alla Palestra del respiro e che vengono ai miei corsi.
Trovate tutte le informazioni sul mio sito www.danielegallerani.it e tutte le storie delle persone che sono venute in studio da me nei miei podcast.
Ringrazio questo ragazzo per la sua tenacia durata 10 anni, ringrazio questo ragazzo per aver guardato sempre la luce e l’opportunità; lo ringrazio per avermi fatto vedere che siamo deboli ma siamo anche forti, che siamo fragili ma siamo anche solidi.
Vi parlo veramente dal cuore, vi parlo attraverso un caso straordinario che ho piacere di condividere con voi. Sarebbe bello che condivideste questo caso perché fa pensare e riflettere e di questo caso farò video che pubblicherò e vi dimostrerò quello che vi sto dicendo.
Continuate a seguirmi.