Una donna di 63 anni arriva da me in studio disperata perché non riesce più a camminare oltre i 20 passi. Veramente, una situazione un po’ tosta, perché lei ha 63 anni e vuole camminare, le piace fare passeggiate ma quando va via con le amiche si sente un peso, devono rallentare perché ha bisogno di fermarsi spesso.
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Una donna di 63 anni arriva da me in studio disperata perché non riesce più a camminare oltre i 20 passi. Ha fatto un riallineamento vertebrale, una tecnica che conosco poco e che l’ha portata a fare 200 passi, ma poi nell’arco di qualche tempo è già regredita e sta tra i 50 e i 100 passi.
Veramente, una situazione un po’ tosta, perché lei ha 63 anni e vuole camminare, le piace fare passeggiate ma quando va via con le amiche si sente un peso, devono rallentare perché ha bisogno di fermarsi spesso.
La sua storia che cosa ci dice?
Lei ha fatto qualche indagine per capire il disagio e ha una anterolistesi, il che significa che c’è un scivolamento in avanti di una vertebra di un centimetro quasi, quindi è una situazione un po’ critica e soprattutto c’è uno spazio ridotto nelle ultime vertebre lombari.
Poi nella sua storia c’è un intervento alla colecisti e poco altro.
Riguardo ad altri esami, dicono che c’è una forte infiammazione al bacino soprattutto sui glutei, ma tutto sto casino per dire cosa? Che lei soffre!
Si sveglia sempre con il male alle gambe e ha dolore tutta la giornata, soprattutto perché questo dolore è trafittivo sull’anca sinistra.
Ma la sua storia qual è?
Da quando ha 15 anni soffre di mal di schiena per quell’anterolistesi, cioè lo scivolamento in avanti della vertebra. A 30 anni ha iniziato ad avere un po’ l’intestino che soffriva, intorno ai 40 un po’ di sofferenza renale, poi intorno ai 41 anni un infortunio alla caviglia e di nuovo a 58 un’altra frattura al perone del piede.
Quindi diciamo che caviglia sinistra e caviglia destra vengono compromesse tra i 41 e i 58 anni, ma è proprio intorno ai 57/58 anni che inizia un dolore all’anca sinistra da doverla bloccare dopo 20 passi circa.
Tutti gli esami bene o male sono a posto e non giustificano un dolore del genere.
Ma che cosa succede?
Lavoriamo su di lei che già ha fatto lavori di depurazione e si è detossinata attraverso il cibo perché voleva migliorare lo stato delle coliche renali e naturalmente ha ottenuto un grande risultato, è cambiato sia l’aspetto estetico di quella donna che l’aspetto energetico, è molto più brillante. Nulla toglie però che questi 20-30 passi sono un limite.
Quando la vedo la prima volta le tratto la cicatrice di quell’intervento di colecisti e non ha un grande risultato, le tratto poi la lombare per alleggerirla, ma anche qui non ha un grande risultato.
Allora incomincio ad avvicinarmi e le lavoro le anche, inizio a trattarle il bacino e immediatamente le incomincia un prurito fortissimo grattandosi il sedere così forte che quasi le brucia e mi dice: “Non ho mai avuto un sollievo così Daniele”. Questa cosa mi fa capire che da quei 30/50 passi possiamo andare oltre, così le faccio fare un test e passa a 90/100 passi. La cosa mi fa pensare che siamo sulla strada giusta, allora incomincio a trattare il bacino e libero tutti i muscoli coinvolti nella mobilità delle anche dandole quella libertà che lei non trovava da tempo e naturalmente i risultati mi hanno dato ragione perché questa donna incomincia ad avere sollievo.
La rivedo a distanza di un mese e mi dice: “Sto molto meglio ma se prima potevo fare 100 passi adesso ne faccio di nuovo 70/80”.
Allora andiamo avanti e decido di fare una piccola manovra, adotto un sistema per modificare gli angoli della sua postura e succede che lei riesce a fare un gesto motorio che fino ad un minuto prima era impossibile. Capisco questo e mi viene in mente che lei ha avuto due fratture alle caviglie, sinistra e destra e da li il sistema è andato in crisi. Allora le tratto le caviglie e nel frattempo le faccio un lavoro sul bacino, allungo tutti gli arti inferiori e poi le chiedo di fare i passi sul posto, ora da 70/80 arriva fino a 210 e si ferma solo perché è stanca muscolarmente. I muscoli stanchi sono quelli delle cosce, invece i muscoli che godono sono quelli della schiena e delle anche che non le fanno male e mi dice: “Daniele come è possibile?”
Semplice, è possibile perché oggi abbiamo cambiato i muscoli che entrano in gioco durante il passo. Quelli che erano sfiniti perché si facevano carico di tutto il sistema che non andava, oggi finalmente sono più liberi di muoversi e sono quelli delle anche, invece i muscoli delle gambe oggi sono stanchi perché non si muovevano da troppo tempo e ora sono liberi di muoversi.
Ma qual è stato l’anello che ha liberato tutto? Le caviglie.
Delle caviglie che avevano creato una strategia di sopravvivenza su un sistema che già era in crisi perché c’era lo scivolamento in avanti delle vertebre lombari dall’età di 15 anni; ma poi il tempo, l’età, i disagi che piano piano possono intervenire come ad esempio le coliche renali e l’intervento alla colecisti hanno fatto si che quel corpo accorciasse il suo margine di benessere. Tanto che poi le fratture alle caviglie hanno ulteriormente accorciato il margine di benessere, ma il corpo non ce la faceva più e le diceva: “Fermati”.
Allungato le caviglie, liberato quelle gambe e allungata quella schiena, finalmente le sue gambe sono libere di muoversi 10 volte tanto quello che lei era in grado di fare prima di conoscermi e questo è veramente stupendo.
È stupendo vedere come a una donna di 63 anni brillano gli occhi, vedere come è gioiosa quando le prude tutto il sedere, è una cosa meravigliosa. Quindi questo grattare il sedere l’ha liberata ed energizzata e ha portato sangue la dove non arrivava, quindi oggi lei è in grado di vivere di più e di godersi le passeggiate con le amiche.
Questo è il mio lavoro, io lo adoro e adoro chi mi guarda con occhi brillanti e pieni di soddisfazione e di possibilità.
Perché d’altra parte tutti noi siamo in cerca di una possibilità e star bene è ricco di possibilità.