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Storie straordinarie raccontate da un osteopata
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Stagione 2 – Episodio 18: Storia di Enrico

Il dolore al piede per una persona che corre è una maledizione…
Beh, questo è il caso di un ragazzo che viene da me perché ha dolore ad un piede e ama la corsa, è un runner, un ragazzo giovane. Mi piace questa storia perché lui è un tipo un po’ burbero, ma è carino.
La storia parte dal dolore ad un piede, ma la causa dove si trova realmente?
Il bello di questa storia è che è l’ennesima conferma che il corpo manifesta dolore la dove il problema non c’è.
Il dolore è sul piede ma la causa è fuori da quel piede, ben lontano.

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

Il dolore al piede per una persona che corre è una maledizione… Beh, questo è il caso di un ragazzo che viene da me perché ha dolore ad un piede e ama la corsa, è un runner, un ragazzo giovane.

Mi piace questa storia perché lui è un tipo un po’ burbero, ma è carino.

Mi racconta di avere dolore al piede destro dietro le dita, nel cuscinetto. Quella parte un po’ spugnosa del piede (mi viene da dire come la zampetta di un cane), tra il primo e il secondo dito, quindi tra l’alluce e il secondo dito; è un dolore che lo disturba, non gli impedisce di andare a correre perché può andare a correre, ma subito dopo la corsa inizia il fastidio.

Ma il peggio è la mattina quando si sveglia perché a piedi scalzi zoppica, quindi deve mettersi le calze e va meglio, poi con le scarpe va ancora meglio ma non benissimo.

Viene da me in studio e questo ragazzo è venuto già due o tre anni fa perché aveva un dolore che gli impediva di correre ed era arrabbiato perché è la sua passione.

Risolto quel dolore, quindi quella vecchia sciatalgia e dolore lombare per un paio di anni è stato bene, allora lo rivedo e mi dice: “Guarda, vorrei che mi risolvessi questo dolore al piede”.

Va bene, inizio a valutarlo e la cosa interessante di questa storia è che penso che la causa del problema sia il bacino, l’anca opposta: quindi piede destro che mi riporta all’anca sinistra.

Faccio alcune domande e lui capisce che gli sto dicendo una cosa dove lui si ritrova; quell’anca altera e modifica il passo che si esaspera soprattutto nella corsa.

Il passo diventa più lungo da una parte e meno lungo dall’altra …lungo, meno lungo…lungo, meno lungo… e avanti sempre così. Altera poi quello che è la dinamica delle spalle perché gambe e spalle vanno di pari passo per lo slancio, quindi quell’anca sinistra richiama la mia attenzione.

Allora lavoro su quell’anca sinistra e il mio obiettivo è di ridare mobilità a quell’anca sinistra, lo faccio alzare e lui mi dice: “Meglio, mi sento meglio. Se il piede prima era dolore 10 adesso è 8”.

Allora lascio che lui si riaccomodi, continuo il lavoro e poi vado di nuovo sulla gamba sinistra perché la voglio liberare, lavoro tutta quella muscolatura, lo metto in postura corretta e da li gli chiedo di respirare perché il respiro è fondamentale.

Il respiro è la metafora di una strada sgombera e questo vuole dire che tu puoi avere tanti cavalli sotto la tua macchina ma se la strada non è sgombera vai poco lontano, vai rallentato.

Allora ecco che in postura corretta allineo bene tutte le condizioni del corpo, quindi guardo bene il bacino, il ginocchio, il collo del piede, la schiena e gli chiedo di respirare. Attraverso il respiro lui accoglie quel dolore, accoglie quel fastidio e io rimango li e con lui respiro.

Dopo 4/6 minuti lui molla decisamente quella tensione alla gamba e quel dolore al piede, allora che cosa succede? Lo faccio alzare in piedi e mi dice: “Se prima il dolore era 10 adesso è 4, 3”

Molto bene, che cos’è importante di questa cosa?

Che lui non mi ha detto che aveva male alla gamba e all’anca sinistra, male al bacino e alla schiena ma il corpo andava a colpire il piede destro, quindi “quell’operaio” che lavorava tantissimo e lui naturalmente si accaniva con quell’operaio, il piede destro, ma realmente c’era nell’azienda del suo corpo un reparto che non funzionava bene ed era l’anca sinistra, il bacino.

Quel reparto li causava problemi al piede destro.

Che cos’è il bello di questa storia?

Il bello di questa storia è che è l’ennesima conferma che il corpo manifesta dolore la dove il problema non c’è.

Ripeto: il dolore è sul piede ma la causa è fuori da quel piede, ben lontano.

Naturalmente in tutti i casi in cui non c’è un trauma questa è verità, dove c’è il trauma invece l’effetto e la causa coincido là dove c’è dolore.

Poi che cosa mi ha insegnato questa storia?

Questa storia mi ha insegnato che bisogna essere curiosi e aperti, bisogna essere disponibili ad accettare che la causa è lontana da dove sembra esserci l’effetto.

Questo ragazzo è speciale perché lui non ha mai mollato la fiducia in me, ci crede, mi crede e attraverso i lavori che facciamo ha riscontro.

Nel mio lavoro è molto importante la fiducia reciproca, io sono li per dare il meglio e come dico sempre “Far Stare bene è il mio obiettivo”, ma tu che sei di la devi venire da me con la voglia di stare bene, con la curiosità di sapere che cosa c’è dietro a quel dolore. Devi avere quella voglia di guardare oltre quella serratura, hai presente quando da bambino guardi dentro al buco della serratura per vedere che cosa c’è al di là ed è curioso? Questo è l’approccio.

L’approccio dove ti brillano gli occhi, un approccio dove apri il cuore, sei disponibile e ti metti in grande discussione.

Star bene significa mettersi sempre in discussione.

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STAR BENE È UN METODO

  • Come trovo soluzioni ai malesseri del persone?
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Sono questi i contenuti che pubblico insieme a qualche post positivo, a volte un po’ provocatorio che ti spinge a guardare in una direzione, quella dello STAR BENE