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Stagione 2 – Episodio 11: Storia di Claudio

 

La storia di Claudio è qualcosa che è degna di essere raccontata.
Claudio ha 55 anni e si avvicina a me perché scopre il mondo della postura, lo affascina e lui si vede goffo e gobbo, si vede in una postura che non gli piace e poi ha questa tensione al collo e alle spalle che gli crea dolore e ha un po’ di dolore anche alla parte bassa della schiena. Ma durante il corso delle sedute viene fuori di più, molto di più.

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

La storia di Claudio è qualcosa che è degna di essere raccontata.

Claudio ha 55 anni e si avvicina a me perché scopre il mondo della postura, lo affascina e lui si vede goffo e gobbo, si vede in una postura che non gli piace e poi ha questa tensione al collo e alle spalle che gli crea dolore e ha un po’ di dolore anche alla parte bassa della schiena.

La cosa che mi stupisce nel primo colloquio iniziale è proprio che lui si vede gobbo, goffo e ricurvo come un vecchio e ha 55 anni. È una postura che non gli piace e abbassa la sua autostima, insomma deve fare i conti con un corpo di cui non è innamorato, ma è la sua scatola, il suo contenitore e il suo biglietto da visita.

Allora iniziamo questo lavoro portando attenzione sul respiro, lo faccio sempre perché il respiro da grande consapevolezza di te, del tuo corpo, dei tuoi disagi e malesseri; ma soprattutto un respiro consapevole e ben organizzato permette alle spalle di avere tregua e al collo di allungarsi.

Iniziamo questo lavoro, lo educo al respiro e lo tratto sul collo, andiamo ad allungare quella curva che si è accorciata e che è diventata corta, corta, corta. Immaginate il suo collo come una curva secca a gomito e lo dobbiamo portare ad essere una curva più distesa, a largo raggio, una curva dolce. Questo è il lavoro che facciamo.

Poi gli tratto la parte bassa della schiena, vado a liberare quelle briglie che sono state imprigionate dal diaframma, lo metto in postura perché sono quelle ginocchia che devono togliersi un carico di dosso e andiamo avanti seguendo questa strada.

Poi un certo giorno mi accorgo che i suoi occhi non guardano nella direzione opportuna davanti a sé, ma fanno fatica a focalizzarsi su un obiettivo; tecnicamente si dice che quegli occhi non convergono.

Allora gli faccio delle domande, perché lui lavora per una multinazionale in catena di montaggio dove deve fare dei collegamenti elettrici di precisione e gli chiedo:

“Quando fai questo lavoro va tutto bene o ti stressi e ti affatichi?”

Inizialmente mi dice: “No, tutto bene”, poi riflettendoci mi dice: “Daniele è vero, io mi stanco. Quando faccio dei lavori di cablaggio precisi arrivo a sera che sono distrutto”.

Allora gli faccio un test e capisco che gli occhi interferiscono sul collo e iniziamo a fare dei lavori di rieducazione della vista per andare a togliere peso alla cervicale. Gli do esercizi da fare a casa e questa cosa lo diverte anche perché è tenace, non molla mai e vuole risultati…perché vuole migliorarsi.

Questi occhi che non riescono a guardare in un punto fisso nel giro di qualche seduta migliorano, al punto che riesce a mette a fuoco un punto vicino a sé senza più stressare la vista e il collo.

Morale: dopo questi lavori lui mi dice di sentirsi più alto, più dritto, meno goffo e gobbo. Addirittura si guarda allo specchio di profilo e mi dice: “Daniele il mio profilo è cambiato, mi piaccio! Il mio profilo inizia a piacermi e soprattutto mi vedo meglio e la mia autostima è cresciuta”.

Allora seguiamo questo filone, andiamo avanti lavorando sul collo, gli occhi e lavorando in postura corretta e poi arriva un giorno in cui c’è una svolta, ho capito perché quegli occhi non convergono.

Non convergono perché il quel momento della vita lui non riusciva a mettere a fuoco ciò che desiderava, ovvero c’era un conflitto sul lavoro. Lui desiderava e desidera un miglioramento di sé e un aumento perché se lo meritava ma il suo sguardo era orientato interamente a problemi di altri, diciamo che il suo focus non era sé stesso ma erano altri. In questo caso magari chi doveva pagarlo di più, no?

A questo punto gli faccio capire il perché gli occhi non convergono e perché lui fatica a guardare in una direzione ben precisa e mi dice: “Ho capito, adesso ci vedo chiaro. Questo vuol dire che adesso ho la direzione precisa davanti ai miei occhi”

La cosa si fa interessante perché una volta tolta la meccanica di questa vista, siamo andati a capire perché si comportava così…bello no?

Allora gli dico: “Fai una cosa di questo genere, concentrati ogni giorno su di te e sul tuo obiettivo. Vuoi aumentare il tuo salario, concentrati su questo. Concentrati sul migliorare il tuo comportamento giorno per giorno, concentrati nel puntare al tuo obiettivo e nel fare i passi giusti per arrivarci. Di tutti gli altri e dei loro obiettivi non preoccupartene perché non hai potere, il potere ce l’hai su di te ed è così che cresce la tua autostima, il rispetto che hai di te ed è così che un giorno a breve sarai premiato per quello che stai facendo. Perché è un comportamento nuovo ed è un comportamento preciso.

Questa storia è straordinaria:

  1. Perché questa persona mi segue ed è stato casuale il nostro incontro
  2. Perché non molla mai e si vuole migliorare giorno dopo giorno
  3. Si fa sempre domande, è curioso e vuole cambiare comportamento
  4. La sua vita l’ha impreziosita attraverso i corsi di respiro che faccio, tanto che lui mi dice: “Daniele grazie a questa respirazione io sono ogni giorno più consapevole, sempre più centrato su di me, riesco a dilatare di più i tempi e mi vedo meglio di postura”

Che dire, io non faccio altro che ringraziare te Claudio per questa possibilità che mi dai e per questa opportunità che ti dai, sei tenace e forte, continua così

Dico un’ultima cosa, l’insegnamento che porto a casa da Claudio è la tenacia e invito te che ascolti ad essere tenace, non guardare gli ostacoli ma trasformali in opportunità e concentrati su te stesso sempre di più perché l’unica cosa che conta sei tu, i tuoi obiettivi, la tua vita.

 

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