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Stagione 2- Episodio 3: Storia di Gian

 

La storia di un uomo che vince il passato, ritrovando la voglia di vivere
e il piacere di tornare a viaggiare in moto.

 

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

La storia di Gian (come lo chiamo io) è forte, è un uomo di circa 50 anni che si presenta da me perché ha un dolore tra le scapole dietro la schiena, all’altezza delle ali come diceva mio nonno.

Lui è un appassionato di motociclista e non riesce ad andare in moto, perché si deve fermare dal gran che è forte il dolore.

Poi ha un secondo disagio, le gambe sono sempre in tensione soprattutto di notte dopo 3 ore ha un caldo alle gambe che non gli permette di dormire.

Ma la storia da dove inizia?

Inizia a 14 anni questo caldo alle gambe e apparentemente non si sa il perché.

A 19 anni nella sua vita succede un incidente molto forte e per fortuna lui ne esce illeso, da 10 anni prima di vedermi fino a 5 anni prima di vedermi ha avuto un dolore alla schiena poi scomparso e negli ultimi due anni questo dolore alle scapole che non lo lascia in pace.

Di rilevante importanza c’è solo che lui ha avuto due interventi uno di appendicite e al menisco, poi la stitichezza e fa fatica ad andare in bagno e reflusso con sensazione di acidità allo stomaco.

Dopo la prima seduta mettiamo in ordine in fila quelli che sono gli aspetti della sua storia in termini di tempo e gli inizio subito a dare dei consigli.

Come prima cosa l’alimentazione, perché il suo intestino è infiammato e non è a suo favore.

Lavoriamo sul diaframma, perché la respirazione è molto importante su Gian e poi lavoriamo sulla cervicale.

A livello emotivo ci sono un paio di cose degne di nota, ovvero non sta bene a casa e c’è tanta rabbia nei confronti del lavoro perché non c’è un’etica aziendale.

Vede una moglie soppressiva e pesante con i figli e rivede negli occhi di sua moglie sua mamma. Quindi iniziano ad esserci dei non detti perché non parla e fondamentalmente si incazza e basta.

Allora dopo un primo step di lavoro che prende in causa l’alimentazione, il diaframma con una buona rieducazione al respiro e un lavoro meccanico per togliere tensione all’intestino, infine un lavoro importante sulla cervicale.

Dopo alcune sedute inizia a stare bene ma non è semplice in questo caso, non è una risoluzione immediata.

Cerco di approfondire e gli do un altro consiglio nato da un dialogo tra me e lui e gli dico: “Guarda che fondamentalmente questa rabbia che hai nei confronti di tua moglie è tanto forte, perché ti  riporta a quando eri bambino”

E lui mi dice: “Si, mi riporta a quando ero bambino e avevo rabbia con la mamma, non volevo stare in casa e tutte le volte che tornavo a casa la vedevo litigare con i miei fratelli!”

Questa situazione ha creato una prima svolta nella dinamica di questo percorso, perché quando ha capito questo e ha capito che in casa sua stava vivendo lo stesso conflitto oggi come quando era bambino e fondamentalmente le gambe bruciavano come se volesse andare via da quel territorio di casa.

Da qui ha iniziato ad avere un dialogo buono con la moglie, a parlare e diciamo che ha chiuso questo cerchio.

Magicamente questo tipo di lavoro unito alla mia manualità, lavorando anche sulla schiena e sul suo bacino, le cose iniziano a dare spiragli di luce.

Il diaframma oggi lavora bene, il collo lavora bene, i dolori iniziano a diminuire, l’intestino è meno infiammato e vado a lavorare su tutte le vertebre dorsali, quindi sulla parte alta e sulle scapole perché vedo che c’è una zona di tensione che non molla e una volta fatto questo lavoro di nuovo un ulteriore passo avanti.

Da qui migliora ulteriormente il collo, migliora la tensione alle scapole che prima di venire da me da 0 a 10 il dolore era 20 tanto da non permettergli di andare in moto, invece adesso il dolore è passato a 5/6. Da 20 è un be passo in avanti.

Continuo a trattare le vertebre dorsali e la scapola e a questo punto nella seduta successiva lui non ha più il caldo alle gambe, scompare del tutto.

Il dolore alle scapole scompare, quella spalla che subito dopo che l’ho trattato faceva fatica ad alzare il braccio durante la notte, inizia a non fare più male.

Quindi via il dolore alle scapole, via il caldo alle gambe… ma la domanda è: Ma quella scapola perché si è bloccata?

Emerge un dato fantastico, 15 anni prima lui ha un intervento in bocca con la sostituzione di un ponte con il quale lui non si è mai trovato e succede che sposta la masticazione dal lato sinistro sul lato destro della bocca.

Quindi hai capito bene, per 15 anni lui ha masticato solamente dal lato destro della bocca.

A quel punto la muscolatura della bocca e della mandibola va incontro ad uno stress, questo stress si prolunga verso l’alto sul collo, verso il basso sulla zona dorsale, sulle scapole e crea una reazione a catena per la quale è venuto qua.

Meraviglioso no?

Quindi questo dolore che non gli permette di andare in moto da dove parte? Da un problema ad un ponte di 15 anni prima, da un incidente di quando era ragazzino e ad una emozione ricorrente nel suo territorio di casa, ovvero vivere dove non vuole stare.

Ma una volta risolto il trauma al collo e una volta risolta quella voglia di non stare a casa e quindi trasformare quel desiderio di non volere restare in “Voglio stare qua e mi piace stare qua”, una volta parlato al lavoro e accettato l’etica aziendale e una volta risolto il problema alla spalla e alla mandibola, il caro Gian è stato meglio.

Ora si può godere i suoi viaggi in moto e può godere del fatto di dormire senza il caldo alle gambe.

Questo è qualcosa di meraviglioso e come sempre Star bene è dato da un insieme di cose e richiede una visione a 360°.

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