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Stagione 2 – Episodio 40: Che Gioia il mal di schiena!

Parlo di una persona divertentissima.

Ancora prima di conoscerci, nel primo istante in cui è entrata in studio, già gli occhi le brillavano.

Lei simpatica e accogliente, si è trovata di fronte me altrettanto accogliente e spiritoso, perché in questo caso il filo conduttore è l’allegria, la leggerezza, ma allo stesso tempo la profondità e l’empatia.

 

Leggi il testo completo dell’episodio:

 

Parlo di una persona divertentissima.

Ancora prima di conoscerci, nel primo istante in cui è entrata in studio, già gli occhi le brillavano.

Lei simpatica e accogliente, si è trovata di fronte me altrettanto accogliente e spiritoso, perché in questo caso il filo conduttore è l’allegria, la leggerezza, ma allo stesso tempo la profondità e l’empatia.

Parlo di una ragazza di 34 anni, Gioia, di nome e di fatto, è da 13 anni che soffre di dolori alla schiena; ma qual è il tema principale? Che oggi il dolore è fisso e forte ed è pungente fino all’anca e al ginocchio.

Diciamo che è da 4 anni, quindi gli ultimi 4 anni, che si sveglia con una rigidità al mattino 9 Da 0 a 10 lei si sveglia al mattino con rigidità 9. Fa molta fatica ad accavallare le gambe perché ha dolore e soprattutto ad asciugare i capelli così lunghi come i suoi è diventato molto complicato, perché appena si abbassa e si piega in avanti il dolore bussa alla sua porta.

Tutto ciò dove inizia? Inizia all’età di 13 anni, quando il dolore lombare inizia a farsi sentire e lei sta giocando a pallavolo. Una ragazzina gioca a pallavolo e già ha una cattiva compagnia, dei dolori al basso schiena. Ma tutto ciò è complicato da una cosa che poi lei si dimentica di dire, ma che scopro mano a mano nell’arco di 2 o 3 sedute.

Le faccio Prima seduta Le tratto il diaframma che le dà subito un sollievo al collo e alle spalle Tanto che, lei mi diceva che ultimamente anche il collo e le spalle soffrivano, però non mi dà così tante soddisfazioni a livello della schiena e nell’alleviare il fastidio alle gambe, così continuo ad andare avanti e le tratto la schiena alleggerendo la zona lombare, ma non così tanto.

Andiamo avanti Passa la seconda e la terza seduta e mi accorgo che c’è qualcosa da andare a vedere più in alto, ovvero la sua scapola destra.

Quando le tratto la scapola destra il dolore è atroce, fortissimo, un dolore veramente tosto, tanto che lei lo smorza con la sua simpatia e un misto tra, dico, lacrime e sorrisi…Grande Gioia!

Ma la cosa bella è che questa scapola così bloccata le ricorda il dolore alla spalla dell’età di 13 anni che ormai si era anche dimenticata, giustamente, perché il corpo ha congelato quella spalla e ha fatto sì che il corpo condensasse tutto il dolore nella parte lombare.

Continuo a lavorare su quella scapola e lavoro un po’ la cervicale per alleggerirla e poi vado a lavorare nel profondo di quella zona lombare Sacrale e esploro millimetro per millimetro. Vado giù esattamente come un ricercatore del tesoro, vado ad approfondire quei tessuti E chiedo, mi confronto e dialogo con lei, fino a che troviamo punti nevralgici molto importanti; lavoriamo sulla lombare e sulla scapola, allunghiamo e mettiamo in postura, poi mettiamo in relazione quella spalla alle gambe e alla schiena e poi la schiena alle gambe.

Mettiamo in relazione tutto questo come una ricetta con gli ingredienti necessari al fine di creare un piatto delizioso e lei a distanza di 4-5 sedute dice oggi quel dolore lombare, ormai fisso 9 e piantato lì al mattino, tanto da diventare invalidante nell’accavallare le gambe e impossibile da gestire nell’asciugare i capelli.

Oggi, quel dolore rimane uno 0 per tanto tempo perché è andata in ferie e si è alleggerita Fino ad arrivare a un 2-3 rispetto a quel 9 di partenza.

Tutto ciò significa che abbiamo finito?

No, assolutamente Però da quel 9 fisso che non mollava mai e che gli avevano detto che non ci poteva fare niente Oggi siamo arrivati ad un 3 La cosa sconcertante è che lei mi ha detto: “Daniele, nessuno mai mi aveva messo al corrente e fatto sperimentare, provare, verificare che esisteva una relazione tra la spalla e la mia lombare. Se me l’avesse detto qualcuno gli avrei detto:Ma che dici? E invece l’ho provato, l’ho sperimentato ed è così. Questo è stato interessante perché vuoi risalire alla causa e sei andato avanti a ricercare la causa”
Certo Poi con lei il lavoro non è finito perché abbiamo fatto dei dialoghi molto belli e le ho fatto capire un po’ il ruolo che ha in casa, col suo compagno.
Abbiamo dialogato e con altri occhi lei ha compreso il suo ruolo e perché è al fianco di quell’uomo. Ha capito e compreso che cosa fare e come poter interagire, che comportamento adottare.
D’altra parte il comportamento è fondamentale al fine di una postura che vuole stare bene, che desidera stare bene, che sta bene.
Qual è la bellezza di questa storia? È la gioia e la brillantezza. Questa gioia che maschera anche un pizzico di sofferenza e mi ha insegnato che a volte davanti a noi dobbiamo andare oltre nell’osservare.
Questa storia mi ha insegnato che non è sufficiente ascoltare le parole di quella persona che hai di fronte, a volte occorre osservare, ascoltare e fiutare perché dietro a quelle parole, dietro a quel vestito, dietro a quell’apparenza c’è tanto, tanto di più di quello che sembra.
Star bene è una scoperta.

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STAR BENE È UN METODO

  • Come trovo soluzioni ai malesseri del persone?
  • Quali legami nascondono dolori così distanti?
  • Che dispositivi medici starò inventando?
  • Come utilizzo i miei dispositivi?
  • Cosa dicono i clienti dei miei lavori?
  • Che risultati hanno?

Sono questi i contenuti che pubblico insieme a qualche post positivo, a volte un po’ provocatorio che ti spinge a guardare in una direzione, quella dello STAR BENE