Hai mai pensato che la tua vita è come un film?
Lo so che sembra una frase fatta, ma prova per un attimo ad immaginare la tua vita come se fosse un film.
Qual è il finale?
Qual è l’inizio?
Quali sono le persone che ti portano al finale che hai previsto?
Mentre ero seduto in un posto con la campagna davanti, ho avuto l’immagine della mia vita come un film, allora ho pensato a quante persone ho conosciuto che non vanno mai avanti e guardano mille volte la stessa scena.
Se la raccontano, la sanno a memoria, ormai sono dentro a quella scena. Non esiste più un prima e non esiste più un dopo. Il frame si è incantato, la pellicola rotta.
Si dice così no? Una pellicola rotta.
Una volta esistevano persone che riparavano le pellicole. Era bellissimo! Ve lo ricordate Nuovo Cinema Paradiso?
Tagliavano gli spezzoni che non andavano bene, li saldavano e sistemavano il film. Un taglia e cuci, come nella vita!
Anche se stai andando avanti e progredisci verso il finale che ti sei creato, non è detto che ogni scena sia giusta. Ma come quello che riparava le pellicole, anche tu puoi riparare quella scena, andare avanti e cercare di fare il taglia e cuci, per poi cicatrizzare il tutto.
È una bellissima metafora, perché nella vita siamo pieni di taglia e cuci, c’è chi si mette a posto nel corpo, chi nello spirito e nella mente, ci si mette a posto in mille modi.
Incomincia quindi a chiederti se il tuo film ha un inizio e quell’inizio c’è… credimi, perché è la tua nascita. Ma non è detto che quel film sarà poi la tua vita. Perché se non ne sei consapevole è come se la pellicola girasse a vuoto.
Allora inizia a chiederti se veramente ti sei creato un inizio e un finale e se stai viaggiando lungo quelle scene.
Chi durante il film non ha partecipato alla tua vita, chi non c’entra nulla, chi è da tagliare fuori. Quelle scene che invece sono da ripetere ogni tanto e da ricordare.
Perché esistono dei flashback ovvero momenti dove si ripercorre indietro nel tempo una certa frazione di vita.
Quindi ti dico: incomincia a guardare la tua vita come se fosse un film meraviglioso, dove scena per scena stai andando verso quello che è un finale.
Poi una volta raggiunto quel finale, ricordati di depositare la pellicola e crea un nuovo film, con un inizio e una fine e una volta che hai le idee chiare inizia a montargli delle scene inserendo chi partecipa con te.
Come diceva Einstein “se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati”.
Niente di più idoneo a quello che ti ho appena scritto, perché se riguardi sempre la stessa scena, anche mille volte, questa non cambierà mai e non puoi pretendere che vada diversamente.
Questo è molto semplice, ma l’ho compreso guardando la campagna. Perché ero dietro ad un vetro e avendo davanti uno scenario meraviglioso mi sembrava di essere al cinema, invece era tutto vero.
Ti racconto anche un’altra cosa che mi ha fatto riflettere.
C’erano centinaia di libri intorno a me, ma il mio sguardo è caduto su uno in particolare che si intitola: “L’uomo è morto”, un libro dalla copertina rossa.
Non è un caso, ne esistevano centinaia e questo è incredibile.
Perché dentro di me, nel mio film, nella mia realtà vedo gli uomini che sono “morti” perché non li vedo vivere delle cose che contano davvero.
E i segni sono premonitori, sempre.
“L’uomo è morto”, pensalo in questo periodo di tempo dove ripete scene viste e riviste.
Non è vita, ma ripercorrere sempre quella pellicola ormai automatizzata perché il corpo è tanto intelligente da fornirci una mente che registra ed automatizza. Ma quando la mente automatizza il gioco è finito…tu non stai vivendo, ti stai semplicemente comportando come un robot e non te ne stai accorgendo.
Come ho scritto prima “l’uomo è morto”, quindi ti dico: VIVI, APRI GLI OCCHI, SII PRESENTE, RESPIRA E GODITI QUEL PANORAMA MERAVIGLIOSO CHE È LA FUORI. GODITI LA TUA PERSONA CHE È LA PROTAGONISTA DI QUESTO FILM.